Cronache di un vaccino: lunghe attese e disagi

ALCAMO. Giornate interminabili per chi deve ricevere la somministrazione del vaccino per il covid. Attese che si protraggono per svariate ore, suddivisi in diverse file, senza un ordine ben preciso e senza controlli iniziali. È questo quello che bisogna aspettarsi se ci si deve sottoporre alla somministrazione del vaccino Covid.

La situazione presso l’Hub vaccinale di Alcamo in questi ultimi giorni è davvero insostenibile.

La fila inizia nel piazzale antistante l’ingresso con una disposizione poco chiara tra prenotati e non. Già, perché in questi giorni la Regione ha dato il via libera agli open day per tutti gli studenti che hanno così ulteriormente aggravato il carico di lavoro per gli hub vaccinali che si vedono sommersi di richieste e hanno di fatto, vanificato la prenotazione di chi ha provveduto diversi giorni fa a registrarsi.

Dopo almeno un’ora di attesa all’esterno, l’unico volontario che gestisce una folla già abbastanza agitata ti autorizza a passare allo step successivo. Entri all’interno del “Pala D’Angelo” e quello che ti aspetta è un’altra interminabile fila, senza nessun tipo di distanziamento ed ancora senza nessun controllo.

Si giunge al secondo volontario incontrato lungo il nostro avvincente percorso che, oltre a farci misurare la temperatura (menomale… così posso andare a casa certa di aver infettato diverse persone se il termometro segna delle linee di febbre!!), ci consegna il tanto agognato “numeretto” che ti annovera di fatto tra i fortunati che per quel giorno ce l’hanno fatta. Infatti può anche capitare che nel frattempo le dosi di vaccino disponibili per la giornata finiscano e tu debba ritornare a casa e tentare la fortuna il giorno successivo…

Arrivato in sala d’attesa ti rassegni ad aspettare almeno un centinaio di persone prima di te e poi il gioco è fatto: anamnesi, vaccino, attesa di 15 minuti e finalmente sei fuori!!

Sarebbe un bel racconto se tutto ciò non fosse a discapito della salute di tutti noi e se questo non fosse necessario da affrontare per ottenere un vaccino che, per fortuna, in Italia è un diritto.

Nessun rimprovero per gli operatori dell’Hub locale che lavorano senza sosta per garantire che tutto si svolga nel modo più fluido per tutti ma è chiaro che in ambito dirigenziale qualche soluzione a questi problemi dovrebbe essere trovata.

Non è pensabile che i controlli vengano fatti dopo due ore di attesa a stretto contatto con altre persone e senza il minimo distanziamento: nessun cordone, nessuna linea lungo il pavimento, nessun operatore che passi tra la gente. È in sostanza un’auto gestione.

Anche in ambito Regionale le scelte che vengono prese per aprire e chiudere alle prenotazioni dovrebbero essere effettuate in considerazione del personale che si ha a disposizione perché altrimenti si rischia, come in questo caso, di aggravare un meccanismo già pesantemente oberato di lavoro e di creare pericolosi assembramenti.

Tutto questo afflusso era altamente prevedibile e, come minimo, dopo un anno di gestione vaccini, ci si aspetta che questa condizione da “bestiame” fosse superata con un efficientamento degli hub e una maggiore diffusione dei punti vaccinali.

Perché non pensare di somministrare i vaccini anche nelle scuole? Perché non rafforzare le dosi concesse ai medici curati? Perché non autorizzare anche le farmacie?

Forse sono solo delle domande prive di senso, poste da una fortunata sopravvissuta ad una giornata presso il centro vaccinale…

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Eva Calvaruso
Eva Calvaruso, classe 1984, vive ad Alcamo, spirito da ventenne e laurea in Economia. Animo hippie e fan sfegatata di Guccini. Curiosità, passione e una continua ricerca della verità l’hanno spinta a diventare una giornalista.