“Pace fatta” tra il parroco e la celebrante laica Luisa: “Spero sia inizio di un cammino parallelo”

Incontro chiarificatore tra Luisa, la celebrante umanista laica di Castellammare del Golfo, e il parroco che vietò la lettura della lettera durante il funerale del nonno: “Ci siamo chiariti. Spero sia l’inizio di un cammino parallelo”

CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Pace fatta tra Luisa Bàmbina, la celebrante umanista laica di Castellammare a cui era stata vietata la lettura della lettera al funerale del nonno Filippo, e don Giuseppe Grignano, parroco della Chiesa di San Giuseppe e di Sant’Antonio Abate di Castellammare. Luisa, dopo aver ricevuto nei giorni scorsi le chiamate di don Salvo Morghese e poi di don Giuseppe Grignano, nei giorni scorsi li ha incontrati per chiarire la vicenda che ha fatto il giro del web. Ma più che pace fatta, lei parla di “chiarimento” su una vicenda che le ha provocato molta sofferenza. “Mi sono sentita discriminata, ma ho accettato le scuse – spiega – perché non ho mai avuto nessun pregiudizio contro i parroci e la Chiesa.”

A mettere insieme i due un terzo soggetto che ha fatto da intermediario per il bene di entrambe le parti in causa: il Sindaco di Castellammare del Golfo Nicola Rizzo che ha cercato di far incontrare i due per chiarire definitivamente la vicenda che in questi giorni, dopo la denuncia sui social di Luisa e dopo l’articolo di Alqamah.it, ha fatto il giro del web.

I due si sono incontrati alla Presenza del Sindaco Rizzo e hanno chiarito la loro posizione. “Don Giuseppe ha ammesso che è stato un errore impedirmi di leggere la lettera e che non era sua intenzione discriminarmi per la mia professione e le mie idee differenti: cioè vedere la vita in maniera laica. Don Giuseppe mi ha ribadito che la sua decisione è avvenuta anche per “tutelarmi” da quei cittadini che ancora oggi hanno perplessità sulla mia professione di celebrante laica. Chiaramente ho ribadito che in nessun caso dovrebbe accadere una cosa del genere. Tutti dovrebbero avere le stesse possibilità al di là delle proprie appartenenze religiose”.

“Sì, possiamo dire che ci siamo chiariti. – spiega Luisa raggiunta telefonicamente da Alqamah.it – Dall’incontro don Giuseppe mi ha trasmesso tanta serenità. Per questo motivo ho accettato le scuse. Don Giuseppe, così come don Salvo, le ritengo delle persone per bene e adesso anche loro hanno avuto modo di conoscermi.”

I due parroci hanno anche fatto dei doni alla celebrante laica in segno di apertura e di vicinanza.  “Don Salvo mi ha regalato un libro con tanto di dedica che leggerò con molto piacere. Don Giuseppe – sottolinea Luisa ad Alqamah.it – invece mi ha regalato una croce molto particolare: un chiaro richiamo alla fratellanza e all’amore. Nonostante a casa non abbia croci, questa la terrò per il messaggio che per me rappresenta: fratellanza e unione tra i popoli. Dall’incontro è nata una piacevole chiacchierata. Insieme abbiamo realizzato anche un piccolo video, non per i ruoli che rivestiamo, che sono e rimarranno sempre diversi, ma per parlare di quei temi, cari anche alla Chiesa, che io considero universali: l’uguaglianza e integrazione”. Nel video, pubblicato sui social, don Giuseppe ha chiarito l’equivoco sorto nei giorni scorsi. “Non tutti i mali vengono per nuocere. È stata un malinteso comune che non voleva essere una discriminazione, ma più che altro per evitare ulteriore confusione all’interno della Chiesa. Per questo motivo sono felice di aver conosciuto Luisa e di poter condividere insieme a lei iniziative a favore di tutti quei valori umani che condividiamo”.

Così Luisa, grazie a don Salvo e don Giuseppe, presto potrebbe incontrare anche il Vescovo di Trapani Monsignor Pietro Maria Fragnelli. “Lo incontrerò proprio per ribadire che personalmente non ho nessun pregiudizio verso la Chiesa. In futuro spero anche di poter collaborare con i due giovani parroci per future attività di sensibilizzazione non solo come celebrante, ma anche come Vice Presidente dell’Associazione Fiore Daphne e come Presidente della Commissione Pari Opportunità.”

“Spero che questo sia soltanto l’inizio di un cammino parallelo, ma verso unici obiettivi: l’amore e il rispetto per tutti. È chiaro che la vicenda mi ha provocato molto dolore, – precisa – resta tanta amarezza per quella lettera non letta al funerale di mio nonno Filippo, a cui ero legatissima”. Tra loro, quindi, c’è stato un chiarimento, ma Luisa ci tiene a precisare che non si può parlare di pace fatta. “Per parlare di pace fatta vuol dire che c’è stata una guerra, invece da parte mia non c’è mai stata. Per me è sempre stata una protesta pacifica ed etica. Mi auguro che in futuro – conclude – fatti del genere non accadano più a nessuno. Da parte mia continuerò a battermi contro ogni forma di discriminazione. Resto in prima linea per tutti quei diritti che ritengo universali.”

Castellammare: “Io, discriminata in chiesa perché sono una celebrante laica.” La denuncia di Luisa

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Emanuel Butticè
Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.