“D’Alì è uomo dei Messina Denaro”

Processo di appello bis all’ex senatore: l’accusa sente il pentito Francesco Campanella

E’ di poco fa la conclusione a Palermo di una nuova udienza del processo di Appello bis dove è imputato di mafia l’ex sottosegretario all’Interno ed ex senatore trapanese di Forza Italia Antonio D’Alì. Tra i testi sentiti oggi il collaboratore di giustizia Francesco Campanella. Ha ripetuto ciò che ha detto di avere appreso dal capo mafia di Villabate (palermo) Nicola Mandalà. Campanella ha ricostruito la “chiacchierata” con Mandalà risalente agli anni ’90 quando Campanella era interessato ad aprire una sala bingo a Trapani. Mandalà in quella occasione gli avrebbe rivolto l’invito a prendere contatti con D’Alì indicando il politico come uomo a disposizione della famiglia mafiosa dei Messina Denaro. Oggi è stato sentito anche il sacerdote don Ninni Treppiedi. Particolarmente vicino per un periodo all’ex sottosegretario e alla seconda moglie l’avv. Antonia Postorivo, ricevette delle confidenze e alcuni inviti a intervenire su determinate questioni. Treppiedi ha messo a disposizione dei giudici alcuni particolari, spiegando che preferì interrompere i rapporti quando si rese conto che ciò che a lui veniva chiesto era in evidente contrasto con la propria etica e moralità di uomo di chiesa. Oggi è anche proseguito l’esame della ex moglie del parlamentare, la signora Antonietta Aula, che già nella scorsa udienza ha dovuto ammettere di sapere di un telegramma arrivato al marito da un boss mafioso detenuto in carcere, uno dei figli del capo mafia trapanese Vincenzo Virga. Un telegramma, ovviamente non firmato da Virga, ma che era da ricondurre al soggetto mafioso. Una lamentela per il fatto che il senatore non si curava come doveva di quella detenzione. Un telegramma che mai è stato ritrovato, della cui esistenza la signora Aula ne parlò con la giornalista del Fatto Quotidiano Sandra Amurri, che riportò la circostanza in un suo articolo. La Aula ha cercato nella precedente udienza di smentire quelle sue parole dette alla cronista, ma infine ha ricostruito i diversi passaggi. Tra i testi che frattanto sono stati sentiti anche la signora Maria Augello, vedova del prefetto Fulvio Sodano. Allontanato da Trapani nel luglio 2003 dopo i contrasti con D’Alì che all’epoca sedeva da sottosegretario al Viminale. D’Alì fu assolto dall’accusa in due gradi di giudizio, ma la Cassazione ha annullato le pronunce, disponendo il ripetersi del processo di Appello. Intanto è sottoposto alla sorveglianza speciale con l’obbligo di dimora a Trapani e questo già dall’anno scorso.

CONDIVIDI
Commenti Facebook
Articolo precedenteMafia: “La verità è latitante”, su mymovies il 18 settembre
Articolo successivoContenitori per i rifiuti ancora in distribuzione il sabato nei locali dell’ex mattatoio comunale
Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.