I giudici di Palermo ordinano l’arresto di Matteo Messina Denaro

PALERMO. È stato emesso l’ordine di arresto per Matteo Messina Denaro da parte del Tribunale del Riesame che ha accolto il ricorso della Procura di Palermo.

Nei mesi scorsi, infatti, i pm avevano inserito il nome del boss trapanese tra le persone a cui notificare l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per estorsione. Richiesta che venne respinta dal giudice per le indagini preliminari. Immediato il ricorso da parte del procuratore aggiunto Paolo Guido e dei sostituti Giovanni Antoci e Gianluca De Leo.

La richiesta nasce da un’accusa, tra le tante a suo carico, in cui nel 2013 avrebbe firmato  una lettera intimidatoria per dirimere, a modo suo, la questione sull’utilizzo di un terreno. Terreno che in passato era nella disponibilità di Totò Riina e poi del boss di Campobello di Mazara, Alfonso Passanante. Estorsione, nei confronti degli eredi del defunto Passanante, che venne poi sventata dalla squadra mobile di Trapani. Il tentativo era quello di cedere a Matteo Messina Denaro, tramite prestanome, la proprietà di un terreno in contrada Zangara.

La figlia del boss Passannante, nel dicembre del 2013, fu intercettata mentre chiedeva al boss di Campobello di Mazara, oggi deceduto, Vito Gondola informazioni sulla missiva che gli era stata consegnata da Vincenzo La Cascia.

 “Una pregevole opera – aveva scritto il Gip – di ricostruzione e interpretazione ad opera della Pg abbia individuato nel noto latitante il soggetto cui si riferivano gli interlocutori quale mittente”. L’ipotesi era “tra l’altro poco conciliabile con gli ottimi rapporti vantati dai coniugi con i vari membri della famiglia Messina Denaro”.

Nella lettera si faceva riferimento ai figli della donna. “I vostri figli che c’entrano..”, chiedeva Gondola e la donna rispondeva: “Nella lettera così c’era scritto, zu Vito”. “Ma quale ammazzare – replicava Gondola – nessuno si è presentato da me”.

Il gip aveva sottolineato la “contraddizione intrinseca che toglie gravità agli elementi indiziari acquisiti” poiché “le persone offese si sarebbero, bellamente, rifiutate di soggiacere, e ciò nonostante una lettera di minacce proveniente dallo stesso latitante, sulla cui autenticità però mostravano di avanzare pregnanti dubbi”.

Nei giorni scorsi il collegio del Riesame, composto dai giudici Pappalardo, Corleo e Flaccovio, han accolto il ricorso della Procura di ordinare l’arresto di Messina Denaro.

Fonte: livesicilia.it

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