Caso Airgest, si va al processo

Venerdì ultima udienza davanti al gup, pm insiste per il rinvio a giudizio

L’indagine condotta dalla Guardia di Finanza trapanese e coordinata dalla Procura di Trapani è giunta alla sua prima fase finale, quella della decisione del Gup, giudice Caterina Brignone, che venerdì prossimo si pronuncerà sulla richiesta di rinvio a giudizio, formulata dal pm Rossana Penna. Gli inquirenti indagano per malversazione di fondi pubblici, somme riferite al co-marketing che ha permesso la permanenza della Ryanair tra i vettori operanti nella base aerea di Birgi, ipotesi che paradossalmente è tornata adesso di attualità. La Procura ipotizza anche i reati di peculato e di falso in bilancio riferito al mancato pagamento della tassa addizionale comunale (oltre 18 milioni di euro) spettante sui diritti d’imbarco dei passeggeri. Gli indagati sono stati tutti nel periodo 2008/2018 amministratori a vario titolo dell’Airgest, la spa che gestisce l’aeroporto civile “Vincenzo Florio”: Salvatore Castiglione, Franco Giudice, Salvatore Ombra, Paolo Angius, Fabrizio Bignardelli, Vittorio Fanti, Giuseppe Russo, Giancarlo Guarrera, Luciana Giammanco, Letteria Dinaro, Michele Angelo Maggio, Antonino Di Liberti, Antonio Lima, Antonino Galfano. L’atto di accusa sostenuto da una maxi consulenza evidenzia quella che è stata definita una “cronica carenza di liquidità” e “una gestione economica dipendente” dagli accordi con Ryanair, un accordo , sostenuto da fondi pubblici, che però portò lauti guadagni solo a favore di Ryanair, in quel periodo presente sotto una forma esclusiva a Trapani Birgi. L’inchiesta prese il via dopo un esposto presentato in Procura dai parlamentari 5 Stelle, firmato dal dal senatore Maurizio Santangelo e dai deputati regionali Valentina Palmeri e Sergio Tancredi.

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