Le lauree virtuali ai tempi del Coronavirus: “Un po’ di delusione, ma era giusto così”

CASTELLAMMARE DEL GOLFO. L’emergenza coronavirus, nonostante le difficoltà,  non ha fermato le lezioni e le lauree nelle Università italiane. Sono tanti gli studenti che in questi giorni hanno discusso la tesi in videoconferenza. È la laurea da casa, ai tempi del coronavirus. Le nuove misure per arginare il contagio del Covid-19 hanno vietato le classiche discussioni, le feste, i brindisi, i baci e gli abbracci, ma non hanno fermato le lezioni e le Commissioni di laurea.

Così sono nate nuove esperienze di lauree a distanza. Nessuno avrebbe mai pensato una cosa del genere mesi fa, nemmeno Cristina e Francesco, due giovani castellammaresi neo laureati all’Università degli Studi di Palermo. Nessuno dei due aveva immaginato che avrebbe passato da casa questo giorno importante. Nessuna aula magna, niente amici e parenti pronti a brindare fuori dall’aula, niente festa. Ma una discussione fredda, tra le mura domestiche. Nessuna stretta di mano con il Presidente di Commissione o con il relatore che per mesi ha seguito il tuo lavoro di tesi. Una proclamazione a distanza davvero surreale. Soprattutto per chi aveva già vissuto l’esperienza della prima laurea. Ma dal Rettore Fabrizio Micari arriva la promessa di una festa soltanto rimandata.

“La proclamazione virtuale fa uno strano effetto”

Francesco Vella, 25enne di Castellammare del Golfo, ha conseguito da pochi giorni la sua laurea Magistrale in Italianistica all’Università degli Studi di Palermo. Jeans e ciabatte, ma con camicia e giacca, ha atteso il suo turno sulla piattaforma Microsoft Teams. “Ho discusso la mia tesi in videoconferenza con i miei colleghi e la Commissione di laurea. Un’esperienza surreale e molto strana. È stata una discussione molto informale, anche i docenti erano collegati dalle proprie abitazioni. – ha raccontato Francesco ad Alqamah.it – Quando abbiamo saputo di questa nuova modalità di discussione e proclamazione siamo rimasti un po’ sorpresi. Molti mie colleghi avevano già organizzato la festa di laurea.” Dopo l’iniziale idea dell’ateneo di rimandare le sessioni di laurea, una settimana prima dell’apertura delle lauree la notizia della videoconferenza. “È stata un’esperienza strana, che nessuno immaginava potesse mai accadere. La delusione per una vera proclamazione sicuramente è tanta, – ha aggiunto – ma comprendo il periodo delicato ed era giusto così”. Tra piccoli problemi di connessione, verbali compilati online, le disposizioni lette prime e dopo la proclamazione e la tesi discussa in video conferenza, Francesco ha comunque raggiunto il suo traguardo. “Sentire di essere proclamato dottore in videoconferenza, senza stringere mani, senza l’abbraccio di amici e parenti, mi ha fatto sicuramente un certo effetto. Ma l’importante è aver raggiunto questo importante traguardo. La festa è solo rimandata”.

“Nonostante tutto è stato giusto così”

Anche la 25enne castellammarese Cristina Galante, neo laureata Magistrale in Scienze Economiche e Aziendali, ha discusso la sua tesi in videoconferenza all’Università di Palermo. “L’ateneo ci ha avvisati subito di questa nuova modalità di proclamazione. Per quanto mi riguarda – ha raccontato Cristina ad Alqamah.it – sono stati tutti molto attenti e professionali. È stata una situazione nuova anche per loro, ma il sistema ha retto bene.” Anche lei in videoconferenza da casa ha discusso la tesi davanti la commissione. A turno su Microsoft Teams, la piattaforma utilizzata dall’ateneo per la didattica a distanza, ogni studente accendeva il proprio microfono per presentare il lavoro di tesi. Una discussone durata otto minuti, senza l’applauso di un’aula magna gremita di amici, parenti e colleghi. “Venti minuti dopo aver terminato le discussioni si sono ricollegati con noi e ci hanno comunicato il voto e la proclamazione ufficiale. Sicuramente si tratta di una modalità nuova, molto veloce e fredda. – ha sottolineato Cristina – Per chi come me ha vissuto l’emozione della laurea triennale con una discussione cosiddetta tradizionale sicuramente quella in videoconferenza è strana e insolita.” Ma con questa nuova modalità di laurea online a cambiare sono anche le ansie pre-discussione. “La paura più grande prima di iniziare il collegamento? Sicuramente un’eventuale problema di connessione o che la piattaforma potesse bloccarsi sul più bello. Fortunatamente è andato tutto bene. Nonostante non sia stato il giorno che mi aspettavo, è stato giusto così. Il momento è davvero delicato e non poteva avvenire diversamente.”

Il Rettore: “Non appena sarà possibile, celebreremo con festose cerimonie”

“Il nostro Ateneo – ha dichiarato il Rettore dell’Università degli Studi di Palermo Prof. Fabrizio Micari sul sito dell’ateneo – si è prontamente attivato per potere garantire l’erogazione delle attività didattiche a distanza in tempi rapidissimi. In tal senso sono stati predisposti servizi on-line sia per lo svolgimento delle lezioni che delle sedute di laurea con strumenti di videocomunicazione”.

Le lezioni online sono partite lo scorso 9 marzo, le lauree invece sono partite giovedì 12 marzo. “L’Università degli Studi di Palermo rassicura quindi tutte le Studentesse e gli Studenti che potranno proseguire i loro studi e raggiungere i meritati e attesi traguardi. Siamo consapevoli delle limitazioni della didattica a distanza, così come del sacrificio e del dispiacere che comporta non poter svolgere gli esami di laurea in presenza dei propri cari. Ma sono sacrifici necessari – ha sottolineato il Rettore Micari – in considerazione dello stato di emergenza generale. Desidero tuttavia rassicurare che, non appena la situazione ce lo consentirà, speriamo il più presto possibile, celebreremo le nostre laureate e i nostri laureati con festose cerimonie di proclamazione alla presenza di parenti e amici”.

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Emanuel Butticè
Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.