Cittadinanza onoraria a ragazzo migrante nel giorno della memoria: “Da Buseto una bella storia di integrazione”

Buseto Palizzolo, il Comune trapanese che nel giorno della memoria conferirà la cittadinanza onoraria alla Senatrice Liliana Segre e a Kemoko, ragazzo maliano che vive e lavora nel territorio da anni. “L’integrazione si fa con i fatti. Il nostro un gesto che viene dal cuore. La Segre, semmai ne venisse a conoscenza, sicuramente apprezzerebbe”.

BUSETO PALIZZOLO. È una storia che arriva da un piccolo paesino dell’entroterra trapanese, Buseto Palizzolo. In un comune di meno di 3 mila anime dove tutti si conoscono, un Sindaco, Roberto Maiorana, eletto nel giugno del 2018, porta avanti una battaglia forte, che lui stesso definisce “un gesto semplice, ma concreto, di integrazione e di umanità”. Infatti lunedì 27 gennaio, in occasione della giornata della memoria, il Consiglio Comunale si riunirà per conferire la cittadinanza onoraria alla Senatrice a vita Liliana Segre, sulla scia degli altri comuni trapanesi che hanno aderito all’appello dell’Associazione Punto Dritto, e a un ragazzo migrante da anni ospite nel piccolo paesino tra Monte Luziano e il bellissimo bosco di Scorace. Lui si chiama Kemoko Kanoutè, maliano di 25 anni, che da lunedì sarà a tutti gli effetti un busetano. “In realtà lo era già. – racconta il Sindaco Roberto Maiorana ad Alqamah.it – Qui in paese lo conoscono tutti, è un bravissimo ragazzo, educato, sempre con il sorriso e soprattutto un gran lavoratore. Per noi è stato semplice conferirgli la cittadinanza onoraria, il suo percorso di integrazione è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo voluto farlo in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria alla Senatrice Segre per dare anche un valore concreto e uscire dalla semplice celebrazione, per noi vuol dire andare oltre il valore simbolico.”

Dalla “mozione Segre” al riconoscimento per Kemoko

Il Primo Cittadino busetano ha deciso di rendere “più concreta” la “mozione Segre”, presentata inizialmente dalla minoranza politica, seguendo quelle che lui definisce “le indicazioni della stessa Segre” più volte ribadite negli incontri pubblici. “Il rischio a mio avviso è che la grande volontà di esprimere solidarietà e vicinanza alla Senatrice Segre si diluisca e si disperda in una miriade di cittadinanze onorarie che potrebbero far perdere di significato gli stessi atti e rendere un fuoco di paglia questo moto di legittima indignazione che il Paese intero vuole manifestare e sottoscrivere. Il mio piccolo comune – ha sottolineato il Sindaco ad Alqamah.it – probabilmente è sconosciuto alla stimata Senatrice, e ben poco se ne farà della cittadinanza onoraria di Buseto Palizzolo, come di altri comuni, se questo rimane soltanto un atto fine a se stesso. È come dare una pacca sulla spalla a chi invece meriterebbe un caloroso abbraccio. Proprio queste considerazioni mi hanno portato, in tempi in cui ancora il fenomeno non era diffuso, a prendere una posizione netta nei confronti di questa pioggia di cittadinanze onorarie. Siamo sicuri che la Senatrice Segre, semmai ne venisse a conoscenza, sarebbe molto felice per questo nostro gesto”.

Il campetto di calcetto che unisce

In paese dal 2014 è presente un centro Sprar che ospita ragazzi migranti provenienti da diversi Paesi. La loro presenza non è chiaramente passata inosservata. In questi anni sono state tante le iniziative del Comune e di alcune associazioni per creare comunità e integrazione. Anche il lavoro in campagna, pilastro di questo territorio, è stato un modo per trasformare la diversità culturale in ricchezza.

Anche i giovani busetani fin da subito hanno dimostrato molto rispetto e solidarietà per i ragazzi ospiti del centro. Un rispetto reciproco. L’unico campetto del paese, per esempio, non è stato al centro di una contesa tra i ragazzi e i migranti come accaduto in altri posti, anzi, è stato motivo di integrazione. “Si sono create amicizie che sono andate anche oltre il campetto. La scorsa estate – spiega il Sindaco Maiorana ad Alqamah.it – si è verificato un altro episodio importante: durante il torneo di Beach Soccer (pur non avendo il mare abbiamo creato un piccolo campo in sabbia), si è iscritta anche una squadra composta dai ragazzi dello SPRAR, ottenendo un sostegno incredibile dai ragazzi busetani. Vedere i mie concittadini fare il tifo per loro mi ha colpito molto. Io quel giorno ho ricevuto una lezione.”

“Il senso dell’accoglienza busetana”

Così, dopo un confronto politico interno e con la responsabile del centro di accoglienza del paese, Noemi Maiorana, la decisione di trasformare “la mozione Segre” in qualcosa di diverso. “Ma abbiamo portato avanti anche altre iniziative, – sottolinea il Sindaco Maiorana ad Alqamah.it – tra queste “Mostra Mercato” e il “Treno della Memoria”, che porterà come ogni anno alcuni studenti delle scuole a visitare i luoghi della memoria ad Auschwitz, il riconoscimento a Kemoko, che si è integrato benissimo e ha la stima di tutta la cittadinanza, è soltanto l’atto finale  di un percorso. Un atto che abbiamo deciso con tutta la giunta e i consiglieri di maggioranza”. Al ragazzo maliano, che oggi vive e lavora con un regolare contratto in un’azienda agricola locale, il riconoscimento come rappresentante di tutta la comunità di giovani migranti presenti in paese. “Questo gesto per noi rappresenta il vero senso dell’accoglienza e dell’integrazione così per come sono intesi dai cittadini busetani. Kemoko, quindi, rappresenta per noi una bella storia d’integrazione. Questo ci consente di manifestare con chiarezza la condanna a qualsiasi atteggiamento razzista, emarginatorio, prevaricatorio o violento. E ci consente anche di riflettere sul dramma che si sta continuando a compiere a poche centinaia di chilometri da noi e che non è così diverso da quello rappresentato dalla Shoah.” L’iniziativa del Sindaco Maiorana ha trovato subito l’appoggio di molti suoi concittadini. “Il gesto è stato accolto molto bene dalla nostra comunità. – sottolinea il Sindaco – Kemoko è molto ben integrato, diciamo che è un ragazzo che si fa volere bene, sempre sorridente e rispettoso. Scherzando l’altro giorno mi ha detto che un giorno gli piacerebbe fare il Sindaco di Buseto. È un busetano come noi, lui stesso si sente già parte di una comunità.”

“Un ragazzo che non ha mai perso la fiducia”

Kemoko, entrato al centro SPRAR di Buseto nel 2014, ha partecipato a numerose iniziative, eventi e laboratori e da 3 anni lavora presso un’azienda busetana con contratto a tempo indeterminato preceduto da un tirocinio SPRAR/SIPROIMI e nel giugno 2017 ha conseguito la licenza media. Adesso sta frequentando la scuola guida a Trapani per conseguire la patente di guida. Ha presentato richiesta di protezione internazionale e ha ottenuto, dopo iniziale esito negativo, il riconoscimento della protezione umanitaria ed il rilascio di un permesso di soggiorno per casi speciali. Dall’anno scorso è uscito dal progetto SPRAR e si è trasferito in un appartamento in affitto nel territorio. “Rappresenta davvero un bellissimo esempio di integrazione, oggi è autonomo e vorrebbe costruire qui una famiglia. – racconta la responsabile del centro Dott.ssa Noemi Maiorana ad Alqamah.it – Gli abbiamo spiegato il valore simbolico di questa iniziativa del Sindaco e ha apprezzato molto. È stato uno dei primi ad entrare nel centro e a testare con mano l’accoglienza del territorio. Sicuramente rispetto ad altri ha avuto un grado di fiducia in più. Fiducia negli abitanti del paese, nelle pratiche burocratiche anche quando gli è stata negata la protezione internazionale; non si è mai arreso. Quando ha rischiato di essere espulso dall’Italia – sottolinea la Dott.ssa Maiorana – ha accettato tutto, continuando ad aver fiducia nello Stato e nelle persone”.

Il Sindaco e la politica “senza etichette”

Foto Emanuel Butticè, Alqamah.it

Quello del Sindaco Roberto Maiorana è chiaramente un gesto che non può non avere strascichi nazionali. Rientra in un tema che oggi qualcuno definisce “tipico della sardine”, o di altri movimenti politici. Ma su questo aspetto il Sindaco mette le mani avanti: “Non mi piace mettermi sotto i vessilli e non amo le etichette. Chiaramente rappresenta un gesto politico importante, lo so bene, ma nessuno può venirmi a dire cosa devo fare. Sono stato eletto con una lista civica trasversale con persone che la pensano in maniera diversa. Ma su questi temi ci siamo trovati tutti molto uniti. Mi interessa molto poco, nel bene e nel male, il dibattito nazionale. Il nostro è un gesto che viene dal cuore e che nasce da un sentimento forte di tutta la comunità.”

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Emanuel Butticè
Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.