Caccia ai latitanti di Cosa Nostra, nasce lo squadrone dei “Cacciatori di Sicilia” dei Carabinieri

“Si intensifica la lotta a Cosa Nostra in Sicilia con un nuovo reparto che si occuperà di perlustrare le zone più impervie dell’Isola”

CATANIA. Anche la Sicilia avrà il suo squadrone dei “Cacciatori di Sicilia” dell’Arma dei Carabinieri. Un nuovo reparto che come in Calabria e in Sardegna si occuperà di perlustrare le regioni più impervie per stanare i latitanti, tra questi il super latitante castelvetranese Matteo Messina Denaro che nel 2015, a quanto emerge dalla recente operazione “Visir” si nascondeva nel territorio di Marsala.

La cerimonia si terrà sabato 13 maggio alle ore 10.30 a Sigonella, presso la Base Aerea Militare “Aeroporto Cosimo di Palma”, avrà luogo la cerimonia di istituzione dello Squadrone Carabinieri Eliportato “Cacciatori Sicilia”, alla presenza del Ministro della Difesa Sen. Roberta Pinotti, del Ministro dell’Interno Sen. Marco Minniti, del Capo di Stato Maggiore della Difesa Generale Claudio Graziano e del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette.

Il nuovo reparto dislocato all’interno della Base Aerea Militare viene istituito, su autorizzazione del Ministero della Difesa, dal Comando Generale dell’Arma, con lo scopo, appunto, di concorrere con i Carabinieri dell’Organizzazione Territoriale della Sicilia alle attività sul terreno, forti dell’esperienza maturata in Sardegna e Calabria dove i Reparti dei cacciatori perlustrano la Barbagia e l’Aspromonte.

Nei mesi scorsi i Cacciatori di Calabria sono stati a lavoro nel trapanese in seguito all’uccisione del Maresciallo dei Carabinieri Silvio Mirarchi dando la caccia ai “signori della marijuana” e ai killer di Mirarchi.

“Lo Squadrone istituito in Sicilia – si legge in una nota – batterà le zone più impervie dell’isola in cerca dei grandi latitanti di Cosa Nostra e per la prevenzione e repressione dei reati in aree rurali.”

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Emanuel Butticè
Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.