Monete “made in China” , 12 arresti. Falsari alleati con le mafie di Sicilia e Campania

carabinieriMonete “made in China” , 12 arresti. Falsari alleati con le mafie di Sicilia e Campania. Operazione della Procura di Palermo e dei carabinieri

Invasione commerciale da parte della Cina a suon di soldi falsi? Casseforti di mezza Europa dove sono state riciclate ingenti somme di euro dl valore di 1 e 2 euro ? Interrogativi d’obbligo dopo gli arresti, dodici in tutto,  eseguiti dai carabinieri su  disposizione dei magistrati della procura della Repubblica di Palermo coordinati dal procuratore aggiunto Dottor Bernardo Petralia. I fermati farebbero parte di un’organizzazione di cinesi e italiani responsabili di produzione e introduzione sul territorio dello Stato di monete false. Le monete, perfettamente imitate nei minimi particolari tanto da essere accettate da tutte le macchinette sul territorio italiano, venivano prodotte in Cina e spedite tramite container sui porti di Napoli e Genova da dove i membri dell’organizzazione le prelevavano per distribuirle in tutt’Italia Palermo compresa. L’operazione, scattata inizialmente su un caso di omicidio e prostituzione minorile , prese l’avvio da un arresto da parte dei carabinieri della compagnia di Palermo Piazza Verdi di una donna di nazionalità ghanese responsabile di svendita di denaro contraffatto e con un primo sequestro di monete per circa € 23.000. Le indagini, delegate dal procuratore aggiunto Petralia e dai sostituti procuratori di Palermo Ferrara e Camilleri, ai carabinieri di Palermo e a quelli del comando antifalsificazione monetaria di Roma , hanno consentito di ricostruire i legami tra i componenti dell’organizzazione e di localizzare e sequestrare nel porto di Napoli un primo container spedito dalla Cina contenente monete false per 600mila euro. I  canali di produzione e distribuzione dei falsi e l’organigramma della banda, facevano capo a due cinesi Yong ZhuangXiao residente in Cina con il compito di organizzare la produzione e Huang ZhongMing in Italia con il compito di ricevere il denaro e tenere i contatti con le organizzazioni napoletane e siciliane per la distribuzione. Il sequestro effettuato- il primo mai eseguito al mondo – Ed i provvedimenti emessi dalla procura della Repubblica di Palermo confermano in modo inquietante gli stretti legami tra le organizzazioni criminali cinesi e italiane anche per ciò che riguarda il mercato della contraffazione monetaria in Europa. Per la prima volta nel campo della contraffazione si dimostra il coinvolgimento diretto di gruppi cinesi nella organizzazione del traffico internazionale di denaro falso in tutte le sue fasi, dalla produzione allo smercio. I tecnici dell’OLAF, della zecca di Stato, del CNAC e della Banca d’Italia confermano che si tratta di una contraffazione inedita e di elevatissima qualità.

L’operazione è stata coordinata dalla Procura di Palermo e si è avvalsa dell’assistenza della DNA e della collaborazione delle Procure di Napoli, Nocera Inferiore, Torre Annunziata e Cosenza. Oltre ai CC di Palermo e del Comando anti falsificazione monetaria di Roma hanno partecipato unità dell’OLAF e di EUROPOL. Grande soddisfazione è stata espressa dalle autorità monetarie internazionali e dalla Banca centrale europea che da tempo aveva temuto il coinvolgimento di falsari cinesi nella riproduzione dell’euro e che adesso si trova innanzi a un sequestro di proporzioni colossali e quindi ad una una ipotesi divenuta tristemente realtà. Gli euro sequestrati erano di conio apparente italiano tedesco e finlandese e talmente perfetti da far individuare una nuova e inedita classe di contraffazione e di essere accettati indiscriminatamente da tutte le macchinette automatiche italiane

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.