Il saluto del prefetto

Darco Pellos lascia Trapani per un incarico al dipartimento nazionale dei Vigili del Fuoco. Il punto sul lavoro svolto

L’uscita dalla prefettura di Trapani è di quelle che lasciano il segno perché la persona che ne è protagonista, il prefetto Darco Pellos, è tra le poche che svolge il proprio importante lavoro istituzionale, ovunque si trovi, con un notevole trasporto di sensibilità umana, capace di immedesimarsi nelle esigenze e nei dolori altrui. La commozione che il prefetto Pellos non nasconde nel salutare venerdì scorso dapprima la stampa e poi nel pomeriggio le autorità ed i semplici cittadini che in questi giorni ha pure incontrato, è la stessa che appartiene agli altri che l’hanno conosciuto. Pellos, uomo di Stato, si è messo a disposizione del Governo e del ministero che gli ha chiesto di andarsi ad occupare delle delicate questioni relative alla gestione del personale dei Vigili del Fuoco. Una poltrona certo importante, dalla quale in passato è anche passato un altro prefetto arrivato da Trapani, la prefetta Marilisa Magno. Il bilancio è positivo, “ho fatto tutti i compiti a casa che mi ero dato al momento del mio insediamento”, dice il prefetto Pellos proprio mentre tra le mani è la copia di un nostro articolo dedicato al momento del suo insediamento. La prefettura è stata davvero in questi suoi anni di mandato – cominciato nell’estate del 2017 – “un punto di incontro”. Da prefetto non ha impiegato molto tempo ad ambientarsi, perché già aveva conosciuto Trapani da commissario straordinario della disciolta Provincia regionale (dal 2013 al 2014), e ha affrontato le problematiche, a cominciare da quelle antipatiche, causa dei mali di questa terra, quelle che hanno talvolta oscurato le sue migliori caratteristiche: “Questa – ci ricorda a noi che spesso non sappiamo bene valutarla – è una provincia di grande valore e qualità”. E se la bellezza è sporcata da mafia, malaffare , criminalità e malapolitica, la ricetta per Pellos è stata e resta quella di agire nel quotidiano da qualsiasi posizione “con fermezza e decisione”. E’ vero e non ci vuole gran fatica. Bisogna solo vincere le reazioni di chi ritiene chiuso un cerchio magico ce ne è sempre un altro da fare. “Abbiamo in questa terra – sottolinea ancora Pellos – una magistratura, coadiuvata dalle forze dell’ordine, capace di colpire, non ci sono zone franche, se qualcuno sbaglia è destinato ad essere colpito”. L’idea che il prefetto Pellos ha della Provincia di Trapani è questa: “E’ una terra che nel piccolo ha tutte le caratteristiche della Sicilia. Ha anche la sua porzione percentuale del vulcano, qui è sottoterra, è il vulcano mafioso che però possiamo vincere con le armi di una società capace a muoversi tutta assieme, una società che riesca ad essere capace di darsi una visione futura (dove per futuro può essere inteso anche l’indomani mattina e non per forza un futuro lontano negli anni ndr) una società dove ognuno sia capace di mettere da parte interessi personali a favore di quelli collettivi”. Il prefetto un regalo ce lo ha lasciato. Quello di avere posto le basi per un intervento ad ampio raggio dell’Anas sulle nostre strade , e sopratutto avere chiuso l’accordo per la realizzazione del collegamento autostradale tra Birgi e Mazara del Vallo, così da chiudere l’anello autostradale che collegherà le città della provincia di Trapani in maniera più veloce e ci sarà il raccordo verso Palermo. In calce pubblichiamo la lettera di saluto firmata dal prefetto Pellos. Noi però una cosa desideriamo dirla. E cioè che questo trasferimento non ci piace. Sappiamo già che il successore , il prefetto Tommaso Ricciardi, è un altro uomo delle Istituzioni e ben preparato, e quindi pensiamo che non ci saranno occasioni per lagnarsi, però l’uscita di scena da Trapani del prefetto Pellos ci è parsa un po’ troppo veloce. Come se il ministro Salvini si sia voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa. E la memoria va ai giorni dell’estate scorsa quando scoppiò il caso della Diciotti, ci riferiamo alla Diciotti a Trapani. Fu quella la prima occasione del ministro dell’Interno Salvini per farsi conoscere come parecchio guerrafondaio, voleva che i migranti su quella nave scendessero in manette. Al contrario di quanto sarebbe accaduto poco tempo dopo a Catania, quella crisi non durò giorni, ma solo ore, e prima della mezzanotte del 12 luglio 2018, i 67 migranti scesero da quella nave, e solo due furono poi fermati. Quella giornata abbiamo avuto la netta impressione che la prefettura di Trapani non ha mai per un attimo abbandonato l’attenzione umanitaria e non ha mai esercitato pressioni per esaudire i desideri di Salvini. Quei 67 migranti scesero a terra ci fu raccontato dopo la decisione del premier Conte, noi che stavamo al porto di Trapani, abbiamo avuto invece la sensazione che lo sbarco era pronto, che si sarebbe fatto per via di quei contatti che per tutto il giorno avrebbero visto la prefettura in contatto con il Quirinale. L’ordine di sbarco Pellos era pronto a darlo grazie al presidente Mattarella. Il legame Mattarella-Pellos è sempre stato cosa nota, non è un caso che nel salutare la provincia di Trapani il prefetto Pellos ha voluto salutare il più importante dei trapanesi, il presidente Mattarella, che palermitano è solo d’adozione.

Lettera di Saluto del Prefetto Darco Pellos

All’atto di lasciare Trapani, rivolgo alla popolazione il mio più grato saluto.

Un deferente ringraziamento rivolgo alla Magistratura, ai rappresentanti dei parlamenti nazionale e regionale, alle Forze dell’ordine, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Vigili del fuoco, ai Sindaci e agli amministratori locali, ai rappresentanti delle Forze armate Aeronautica, Esercito e Marina, alle istituzioni scolastiche,  ai sindacati e ai dirigenti pubblici.

E’ stato un privilegio e un onore esercitare le funzioni di Prefetto in una provincia così importante e complessa, custode di un patrimonio culturale artistico e umano senza paragoni.

Ringrazio i dipendenti della Prefettura per il sostegno che mi hanno dato, abbiamo cercato, insieme, di rappresentare un punto di libertà e di confronto nel quale  ogni istanza potesse trovare voce.

Ho svolto il mio incarico con dedizione senza risparmio di energia al solo fine di garantire una convivenza civile normale e ordinata e con l’intento di difendere il principio di legalità in contrapposizione frontale con ogni mentalità e con ogni azione mafiosa.

Con tutte le Istituzioni abbiamo realizzato un sistema, una rete nella quale ciascuno potesse trovare dignità di dialogo per garantire i diritti, primi fra tutti quelli al lavoro e alla legalità come principi contrapposti ad ogni prevaricazione.

GRAZIE TRAPANI

VIVA L’ITALIA

F.to       Darco Pellos

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.