Fantasie, sunti e spunti di paleografia per lettori incalliti. Prima Parte

I racconti di Nicola Quagliata

I curatori del Vocabolario della lingua italiana fanno derivare la a, prima lettera dell’alfabeto latino, dall’alfabeto fenicio,  “come la maggior parte delle altre lettere, attraverso quello greco, considerando che il suo nome greco è alfa, ed  è l’adattamento della parola fenicia “toro”: perché secondo questa spiegazione la forma primitiva del segno fenicio indica un toro, la a era una o con un segno arrotondato nella parte superiore del cerchio indicando le corna del toro, l’alfa era un segno suggestivo ispirato dalla realtà.

Secondo la paleografia testimonianze dell’alfabeto latino risalgono al VI/VII secolo a.C. ed erano già presenti i ventuno segni che comprendono la serie letterale dell’alfabeto, dalla a alla zeta.

La parola “paleografia” deriva dal greco e letteralmente significa “antica scrittura”, il paleografo è lo studioso delle antiche scritture.

La paleografia è la “disciplina che si occupa dello studio delle scritture dell’antichità, che insegna a trascriverle, a determinarne le caratteristiche, l’epoca in cui furono usate e lo svolgimento storico e geografico ed il materiale scrittorio usato”.

I vocaboli “foglio”, e libro – liber – con cui indichiamo in genere un pezzo di carta rettangolare scritto o su cui scrivere o per avvolgervi degli oggetti, ci deriva dall’uso antico di scrittura su foglie e liber era la corteccia delle piante  che veniva utilizzata come materiale scrittorio e che per noi diventa libro.

Per scrittura dell’antichità si intende ogni segno di scrittura, dall’epoca più remota fino al medio evo, vergata con

–      Lo stilo,

–      Col calamo,

–      Con la penna su tavolette cerate o su papiri o su rotoli di libri, su pergamena, su carta.

Altre discipline che si occupano dello studio della scrittura sono:

–      L’epigrafia che si occupa delle iscrizioni scolpite sulla pietra o incise su metallo o su altra materia dura;

–      La numismatica che si occupa della scrittura su monete e su medaglie;

–      La sigillografia che si occupa della scrittura su sigilli;

–      La diplomatica che si occupa di accertare quando una scrittura è originale ed autentica o apocrifa o intercalata.

–       La paleografia e la diplomatica sono intimamente connesse fra di loro.

Il materiale scrittorio, – foglia, corteccia, papiro, lino, tavoletta di legno, carta, e lo strumento usato per incidervi il segno della lettera, dal semplice pezzetto di carbone preso dalla legna bruciata per riscaldarsi o per cuocervi l’alimento, alla canna affilata ed appuntita, calamo, da intingere su inchiostro nero da riportare su superfici regolari di papiro o lino o carta – determina la forme e la grafia della scrittura, ed è per questo che il materiale scrittorio è oggetto di studio da parte della paleografia.

La prima scrittura si ebbe su foglie e cortecce d’albero e proprio da questo uso derivano i vocaboli folium e liber  secondo Plinio. Abbiamo avuto scritture su:

–      Foglie e cortecce d’albero

–      Legno

–      Pietre, marmi, sassi

–      Tavolette cerate

–      Lino, seta

–      Vetro

–      Metalli (oro, argento, bronzo, piombo, stagno)

–      Papiro

–      Pergamena

–      Carta

–      Terracotta (presso i babilonesi, gli ariani e i Caldei). La usarono poco i Greci ed i Romani.

Su terracotta si scriveva con inchiostro nero o con graffi che vi si imprimevano la scrittura quando ancora era morbida e prima della cottura.

Si è scritto anche su legno ed esistono testimonianze di questa scrittura presso gli Ebrei, gli Egiziani, i Cinesi, i Giapponesi, i Greci ed i Romani. I legni usati erano il tiglio, il faggio, il rovere perché morbidi e facilmente intaccabili.

La scrittura latina.

Le scritture latine possono essere classificate in scrittura maiuscola, minuscola, corsiva e mista ossia composta da più specie di quelle indicate. …

CONTINUA…

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