Misilmeri. I Carabinieri arrestano tre giovani

I Carabinieri della Compagnia di Misilmeri hanno intensificato le attività di prevenzione e contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti, in risposta alle segnalazioni di cittadini e residenti, che hanno indicato il consumo di droga al dettaglio di alcuni giovani in prossimità della piazza principale del paese dove, soprattutto nel finesettimana, si concentra la movida cittadina per la presenza di alcuni locali.

Solo nell’ultimo periodo, infatti, le attività di controllo hanno consentito di sequestrare circa 100 grammi tra cocaina, hashish e marijuana, di denunciare tre persone all’Autorità Giudiziaria per il reato di “detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio” e di segnalare all’Autorità prefettizia nove assuntori.

I militari hanno tratto in arresto due giovani misilmeresi, un incensurato di 27 anni e uno di 32 già noto alle forze dell’ordine, ritenuti responsabili rispettivamente della detenzione ai fini di spaccio e della cessione di sostanze stupefacenti.

Il primo è stato sorpreso dai militari in possesso di tre dosi di hashish, pronte per la vendita e denaro contante, possibile frutto di precedenti cessioni, in un vicolo adiacente a Piazza Comitato 1860. I controlli sono stati estesi anche all’abitazione, dove i carabinieri hanno sequestrato un bilancino di precisione e altro materiale utilizzato per il confezionamento della sostanza.

Il secondo, invece, è stato trovato  nell’atto di cedere quattro lamelle di hashish a un acquirente, in cambio di denaro contante, nonostante fosse stato avvisato della presenza dei militari da un giovane di 22 anni di Misilmeri, noto alle forze dell’ordine.

I tre uomini, su disposizione del Pubblico Ministero, sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida.

Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Termini Imerese ha convalidato gli arresti.

Gli indagati sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, seppur gravemente, e  la loro posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza.