Berlusconi, a Dell’utri cinque bonifici da 90mila euro tra il 2021 e il 2022

«Trasferimento fraudolento di valori e mancata comunicazione della variazione del patrimonio. nuove accuse all’ex senatore dalla procura di firenze»

L’inchiesta sulle stragi di mafia del 1993 e i possibili collegamenti con Berlusconi e Dell’Utri che sta portando avanti la Procura di Firenze, si concentra sullo spostamento di denaro. L’ex senatore ha “dimenticato” di comunicare i bonifici da Berlusconi tra il 2021 e il 2022. In particolare il 19 maggio 2021 e il 14 gennaio 2022 – riportano Repubblica e il Fatto – ha ricevuto una “donazione di modico valore” in cinque bonifici da 90 mila euro l’uno. Per un totale di 450 mila. A partire da gennaio 2022 Berlusconi ha cominciato a regalare a Dell’Utri 30 mila euro al mese. La tesi dei magistrati è che questi soldi siano serviti all’ex premier per pagare il silenzio del suo ex braccio destro. Il Fatto spiega che al centro del nuovo accertamento ci sono due versamenti. Il primo è un “prestito infruttifero” disposto da Silvio Berlusconi. 500 mila euro arrivati sul conto della moglie Miranda Ratti il 23 luglio 2020.

Secondo i pm nell’occasione Dell’Utri avrebbe eluso le disposizioni di legge che avrebbe dovuto rispettare dopo la condanna del 2014 per concorso esterno in associazione mafiosa. Agli atti – prosegue Il Fatto – c’è anche un’intercettazione in cui parlano il ragioniere di Berlusconi Giuseppe Spinelli e un funzionario della banca Ubi, che chiede delucidazioni proprio sul bonifico. L’accusa più grave è naturalmente quella di essere i “mandanti esterni” delle stragi del 1993. Secondo il decreto di perquisizione Dell’Utri avrebbe istigato e sollecitato il boss Giuseppe Graviano “a organizzare e attuare la campagna stragista e, comunque, a proseguirla”. Lo avrebbe fatto “al fine di contribuire a creare le condizioni per l’affermazione di Forza Italia, fondata da Berlusconi, alla quale ha fattivamente contribuito Dell’Utri”, sostengono gli inquirenti.

L’accusa nei confronti di Dell’Utri è quella di “concorso in strage” con i boss Giuseppe e Filippo Graviano e Gaspare Spatuzza. I pm hanno inserito le aggravanti di aver agito per finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, di aver agevolato l’attività di Cosa nostra. Con riferimento agli attentati commessi a Roma, Firenze e Milano dal 28 luglio 1993 al 23 gennaio 1994. Ieri l’avvocato di Dell’Utri Francesco Centonze ha smentito tutto. Definendo la tesi “del tutto incredibile e fantasiosa”. Nel suo memoriale Giuseppe Gravianò parlò invece di un credito da parte di “imprenditori palermitani” nei confronti di Berlusconi. Soldi usati per gli investimenti immobiliari.

Fonte affaritaliani.it