Pranzi e cene di “famiglia” con il boss

Il pranzo della domenica, o la cena del fine settimana erano un appuntamento fisso. La tavola era ben preparata per accogliere il boss, che era diventato l’amico o lo zio di famiglia. Conviviali che servivano anche a far circolare i “pizzini”.

Altri due favoreggiatori della latitanza del capo mafia di Castelvetrano Matteo Messina Denaro sono stati arrestati stamane all’alba dai Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Trapani. Sono Emanuele Bonafede, 50 anni, e Lorena Ninfa Lanceri, 48 anni, marito e moglie. Emanuele è fratello di Andrea, il dipendente comunale che fu arrestato assieme al medico Alfonso Tumbarello: Andrea Bonafede avrebbe fatto da messaggero col boss per fargli avere le prescrizioni mediche per curare il tumore che l’aveva aggredito. Stamane i nuovi arresti che si aggiungono a quelli di Giovanni Luppino, l’autista del capo mafia, di Andrea Bonafede, classe 63, che diede la sua identità al capo mafia, e di Rosalia Messina Denaro, sorella del boss, che al fratello faceva da contabile e postina dei suoi pizzini. Il dopo cattura del capo mafia trapanese, avvenuta lo scorso 16 gennaio a Palermo, viene quindi ancora segnata da un ulteriore sviluppo delle indagini. Gli arrestati di oggi, sono stati colpiti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

La coppia Bonafede-Lanceri è indagata per favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena, reati aggravati per avere agevolato cosa nostra. Dopo  la cattura del boss  si erano presentati ai carabinieri dicendo di essere rimasti sorpresi nel vedere Matteo Messina Denaro in Tv: “Noi eravamo convinti che si chiamasse Francesco Salsi, diceva di essere un medico in pensione. E di tanto in tanto veniva a casa nostra a pranzare”. Ma sapevano benissimo che quell’uomo era Matteo Messina Denaro. La donna avrebbe assistito il boss dopo gli interventi, e avrebbe fatto anche da messaggera dei biglietti che il boss si scambiava con un’altra donna la cui identità resta misteriosa. Intanto per domani a Palermo è fissata udienza dinanzi al Tribunale del riesame, dopo che Rosalia Messina Denaro ha chiesto la revoca del suo arresto. Lei è indagata per l’appartenenza a Cosa nostra.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.