Il ricordo di un Uomo di valore

Nino Montanti a 40 anni dalla morte: l’impegno per la Libertà e la Democrazia, la difesa di un territorio e la lotta contro la corruzione. Dalla parte di una sinistra laica e Repubblicana

A quaranta anni daIla morte dell’on. Nino Montanti (2 agosto 1928-7 marzo 1983) potrebbe risultare utile riflettere, con un taglio ormai “storico”, sul significato dell’impegno politico dell’esponente repubblicano.
Nella Borgo Annunziata del secondo dopo guerra, anche grazie agli insegnamenti del maestro elementare Saverio Minucci e di Peppino Di Giorgio, entrambi antifascisti, mazziniani e repubblicani, crebbe e si radicò un fervente gruppo di giovani repubblicani che prima parteciparono, neppure ventenni, alla battaglia referendaria -contribuendo a far prevalere in provincia i voti per la Repubblica- per poi muovere i primi passi nella politica attiva sia a Trapani che ad Erice. Ebbene, Nino Montanti fu l’espressione di questo gruppo di giovani (dei quali fece parte e tanto ha scritto Mario Gallo, recentemente scomparso a Firenze); ragazzi e poi uomini che avevano trovato in lui la sintesi delle proprie aspirazioni e la mirabile capacità di esprimerle.
Eletto nel 1963 alla Camera dei Deputati a soli 34 anni, già Sindaco di Erice, fondatore del giornale “Trapani Nuova” -la cui terza pagina con Nat e Nina Scammacca e l’ “Antigruppo” si diffuse in ambito anche internazionale-, Presidente dell’Edera Basket ed altro ancora, alcune sue battaglie assumono oggi il senso di una ispirazione profetica, amaramente attuale: nella lettera  aperta al Presidente del Consiglio on. Aldo Moro (1966), protestando per il ritardo degli aiuti promessi dopo l’alluvione a Trapani del 2 settembre 1965, afferma <questa nostra gente assiste quotidianamente all’accentuarsi del divario che sul piano economico e sociale la distanzia dalle genti del Nord>; già a metà degli anni ’60 propone la realizzazione del collegamento ferroviario fra gli aeroporti di Birgi e di Palermo; presenta la proposta di legge per una sezione della Corte di Appello a Trapani; si batte contro la costante marginalità di Trapani rispetto a Palermo e diffonde lo slogan “Trapani svegliati! Non sei terra di conquista”; combatte, negli ultimi anni, una dura battaglia di moralizzazione all’interno del PRI siciliano.
Sottolineandone la vocazione popolare e la costante ricerca di un serrato dialogo con la sinistra, lo storico Salvatore Costanza ha a suo tempo parlato della necessità di <richiamare alla memoria una personalità che in un momento particolare della storia di una realtà in rapida mutazione volle conservare, con acuta intuizione politica, il senso del valore che sempre deve avere la costante ricerca dell’equilibrio tra esigenze della politica ed esigenze della collettività>.
La sua è stata una storia di coerenza, pronta sì alla mediazione, ma nell’assoluta lealtà ai principi della Costituzione Repubblicana della quale proprio quest’anno si celebra il 75mo anniversario. Ancora Salvatore  Costanza: <Nino Montanti rimase sulla scena politica trapanese col suo tratto di coerenza inconfutabile, cioè non cambiò né casacca, né cambiò quella sua sostanza umana e, diciamo, unitaria, di sinistra, se vogliamo chiamarla così (anche se il termine ormai è abbastanza logoro) che gli conferiva rispetto e a volte anche, penso, ammirazione da parte dei suoi numerosi amici e solidali politici> (1984).
Ed il prof. Vincenzo Adragna -sul libro “Nino Montanti politico ed uomo” di Mario Gallo, 1993 – ne ha ricordato la <forza spirituale che si espresse nella sua capacità di raccogliere, filtrare e porre l’accento e dare riconoscimento disinteressato alle attività politiche e culturali serie, quelle che garantiscono o segnano la vera dignità dell’uomo>.

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