Il cugino di Bonafede presenta istanza di scarcerazione

Ha presentato istanza di scarcerazione al tribunale del Riesame Andrea Bonafede, cugino e omonimo del geometra che ha prestato l’identità al boss Messina Denaro, arrestato la scorsa settimana con le accuse di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena aggravata dall’aver favorito Cosa nostra. In cella, insieme a Bonafede, è finito anche Alfonso Tumbarello, il medico di Campobello di Mazara che ebbe in cura il boss durante la latitanza, indagato per falso e concorso in associazione mafiosa.

Tumbarello non ha ancora presentato ricorso al Riesame ma ha tempo per farlo fino a domani. Secondo i pm Piero Padova e Gianluca De Leo, Bonafede si sarebbe occupato di ritirare le prescrizioni di farmaci ed esami clinici fatti da Tumbarello a nome del cugino, di consegnare al medico la documentazione sanitaria che di volta in volta il capo riceveva durante le cure, contribuendo così a mantenere segreta la reale identità del “paziente” e consentendogli di proseguire la latitanza.

Tumbarello, invece, avrebbe assicurato a Messina Denaro l’accesso alle cure del Servizio Sanitario Nazionale attraverso un percorso terapeutico durato oltre due anni, con più di un prescrizioni sanitarie e di analisi (o richieste di ricovero) intestate falsamente al geometra Andrea Bonafede, mentre in realtà a beneficiarne era il capomafia, assistito personalmente e curato dal dottore.

Tumbarello avrebbe così garantito al padrino non solo le prestazioni necessarie per le gravi patologie di cui soffriva, ma anche la riservatezza sulla sua reale identità, e dunque gli avrebbe consentito di continuare a sottrarsi alla cattura e di restare a Campobello di Mazara a capo dell’associazione mafiosa.

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