Giovane ucciso dai barcellonesi perché era della cosca nemica
MESSINA. I carabinieri del R.O.S. e il Comando provinciale di Messina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip su richiesta della Dda a carico di Domenico Abbate, 52 anni, e Renzo Messina, 53 anni ritenuti vicini al clan mafioso dei barcellonesi.
Sono entrambi accusati dell’omicidio di Sebastiano Rizzotti, 23enne di Barcellona Pozzo di Gotto. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Messina Maurizio de Lucia. Il ragazzo sarebbe stato ucciso e il suo cadavere nascosto poiché i barcellonesi sospettavano fosse vicino al clan avversario dei “chiofaliani” e perché aveva rubato a una ditta del luogo “protetta” dalla cosca di Barcellona Pozzo di Gotto. Abbate e Messina avrebbero avvicinato la vittima e l’avrebbero portata con un pretesto in una campagna in cui ad attenderla c’erano i vertici del clan che dopo un “interrogatorio” ne avrebbero decretato l’uccisione.
La scomparsa del giovane andò ad aggiungersi ai numerosi casi di “lupara bianca” che tra la fine degli anni ’80 e gli inizi degli anni ’90 si registrarono nella zona tirrenica della Provincia di Messina nella cruenta guerra tra i “barcellonesi” e i “chiofaliani”.
Fonte: ANSA.