“Pare che circa il 10% dei poliziotti penitenziari in Sicilia – dichiara il sindacalista regionale di categoria Gioacchino Veneziano – ha preferito non vaccinarsi, significando che il numero si attesterà a oltre 300 unità nei diversi ruoli”.
“Purtroppo, – commenta Veneziano – se questo numero non scenderà per effetto dell’avvenuta vaccinazione e/o l’effettuazione di tamponi rapidi, tale assenza si sommerà alla carenza di oltre 1000 unità di polizia penitenziaria, con ripercussioni ulteriori per l’ordine la sicurezza in tutti i servizi istituzionali del Corpo”.
“Noi siamo stati chiari come sindacato, – insiste il leader della Uil di settore – è cioè, finché il vaccino non sarà reso obbligatorio, la sicurezza del lavoratore deve essere a carico dell’amministrazione, quindi anche il costo dei tamponi rapidi”.
“Inoltre, – insiste il Segretario della UilPa Polizia Penitenziaria della Sicilia- i servizi della Polizia Penitenziaria sono organizzati sulle 24 ore, quindi la durata del tampone a volte potrebbe non essere sufficiente a coprire l’interno turno di lavoro”.
“Infine – conclude Gioacchino Veneziano della Uil – qualcuno deve spiegarci perché gli avvocati e i familiari dei detenuti che entrano nelle carceri come vengono esentati dall’obbligo del green pass per accedere, di contro, chi ci lavora lo deve obbligatoriamente avere, pena l’impossibilità ad accedere con la totale perdita dello stipendio!”.
Conclude il comunicato: E’ stato segnalato addirittura che in certe carceri il personale è obbligato a consegnare il green pass all’amministrazione, cosa vietata dal decreto.