Legambiente chiede di conoscere lo stato degli aggiornamento dei Catasti comunali degli incendi.

Legambiente Trapani Erice, scrive a tutti Sindaci e Dirigenti UTC e Presidenti dei consigli Comunali dei comuni limitrofi interessate da aree Boschive e p.c. al prefetto di Trapani, per conoscere lo stato di aggiornamento del Catasto Incendi occorsi sul territorio di codesti Comuni e ogni eventuale atto amministrativo teso a rendere operativi i divieti previsti dalla Legge per le aree percorsi da incendio. In questo senso, nella richiesta specificamente chiede, L’elenco e le relative perimetrazioni dei soprassuoli già percorsi dal fuoco nell’ultimo quinquennio come previsti dall’art 10 comma 2 della Legge 353/2000;
La relativa pubblicazione su albo pretorio comunale se non già fatto, nonché la pubblicazione in “amministrazione trasparente” nella sezione Amministrazione Trasparente/Pianificazione e Governo del Territorio se non già fatto e dopo aver adempiuto alla pubblicazione in albo pretorio, se non già effettuata, ritenendo l’adempimento un atto di governo del territorio di cui all’art. 39 comma 1 del D. Lgs. 33/2013 , alleghiamo comunicato stampa integro, in cui il nostro Regionale Siciliano ritiene alla base della prevenzione applicazione dei divieti previsti dalla legge per le aree percorse da incendi e chiede indagine ispettiva per verifica l’esistenza presso i comuni dei catasti degli incendi aggiornati:
Incendi in Sicilia: alte temperature, delinquenti e ritardi della Regione alla base della devastazione del territorio.
Siamo appena all’inizio dell’estate, ma già si registrano decine e decine di roghi, da Ragusa ad Enna, da Menfi a Scopello. In quasi tutte le province si sono levate alte le fiamme e ancora una volta, l’ennesima, la Sicilia non è attrezzata. La situazione peggiora di anno in anno, sia per l’aumento delle temperature che per mano dei troppi delinquenti che appiccano indisturbati il fuoco. Ma anche la Regione non è esente da responsabilità, con gli stessi errori e gli stessi annosi ritardi.
Lo scorso novembre, quindi ampiamente in anticipo, Legambiente Sicilia ha presentato un primo documento di analisi dello specifico contesto regionale e di proposte, che ha presentato a tutte le istituzioni regionali, per adottare alcune misure urgenti come prima risposta alle devastazioni di questi anni. Fra le proposte, rendere obbligatoria la redazione dei piani di gestione forestale sostenibile, sia come condizione per l’utilizzo della manodopera che per l’accesso ai fondi pubblici; introdurre il divieto tutto l’anno della bruciatura in pieno campo delle stoppie e della vegetazione naturale; estendere il divieto di pascolo per 10 anni su tutte le aree con vegetazione naturale e agraria percorse dal fuoco; la decadenza per 10 anni da ogni beneficio finanziario per le aziende agricole, forestali e pastorali la cui superficie nell’anno è stata interessata dal fuoco per una percentuale superiore al 5% della superficie aziendale; nei comprensori a rilevanza turistica, la chiusura per 5 anni ad ogni attività di fruizione e del tempo libero delle aree percorse dal fuoco ricadenti all’interno di parchi, riserve naturali e demani forestali. Queste misure, tra l’altro, sarebbero un deterrente per azioni criminose. Legambiente ha rinnovato la richiesta alla Regione di disporre una immediata e seria indagine ispettiva per verificare l’esistenza presso i Comuni di catasti degli incendi aggiornati.
Ma nulla di tutto questo, che Legambiente Sicilia ritiene alla base della prevenzione degli incendi, è stato fatto.

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