Cercansi 67 milioni

Sono quelli che servono al dragaggio del porto di Trapani. Il vice ministro Bellanova arriva qui ascolta e chiede un pro memoria

Lo diciamo subito. La giornata trapanese del vice ministro delle Infrastrutture Teresa Bellanova, renziana di ferro accompagnata da un altro renziano di ferro, il senatore Davide Faraone (capo gruppo Italia Viva al Senato), ci è sembrata più elettorale che altro. Sarebbe stato sicuramene così se non si fosse trattato proprio della Bellanova che da ministro dell’agricoltura nel Governo Conte pur qualcosa ha fatto per il settore agricolo del meridione. Certo è che se l’intenzione è davvero quella di risolvere problemi atavici e antichi forse avrebbe fatto bene a farsi accompagnare dai tecnici del ministero e non da altri politici. Il vice ministro ha chiesto, incontrando ieri operatori portuali di Trapani nella sede del gruppo Riccardo Sanges, nella sala “Pippi Panfalone”, presente anche il comandante della Capitaneria Paolo Marzio, una sorta di “lista della spesa” come ha sottolineato l’avv. Gaspare Panfalone, presidente dell’associazione degli agenti marittimi siciliani ( Asamar), buona e bella intenzione, ma è grave, e non certo per causa sua, che al ministero delle Infrastrutture nessuno abbia pensato di informare il vice ministro che il primo dei problemi da risolvere è quello di trovare 67 milioni di euro che servono al dragaggio del porto. Abbiamo avuto l’impressione che questo dato la Bellanova lo ha conosciuto venendo ieri a Trapani. Il porto del capoluogo vive una crisi interminabile, a partire dai giorni del 2005, in occasione delle famose giornate dedicate alla vela internazionale. I politici in auge nel tempo, come il senatore D’Alì e il sindaco Fazio, tanto per non perdere l’abitudine di fare i nomi e cognomi, dissero che quelle regate avrebbe lasciato in eredità al porto le migliori occasioni di rilancio. Passò appena qualche mese e cominciammo a vedere i cantieri chiudersi e sfumare quella che si era detto essere una occasione a portata di mano, cioè quella del dragaggio. Nonostante questo ci fu un momento interessante, l’arrivo delle navi da crociera, ma a Trapani si sa spesso ci sono azioni ispirate solo a bloccare le iniziative altrui. Addirittura si arrivò a litigare su dove fare attraccare le navi da crociera, talvolta costrette a ormeggiare a Ronciglio, con i turisti obbligati a fare a piedi la circumnavigazione dell’area portuale per potere arrivare al centro storico. La prima nave da crociera arrivò di domenica, i turisti scesero in massa a visitare il centro storico e trovarono tutti i negozi chiusi, pare che allora da Palazzo D’Alì dimenticarono a informare il circuito commerciale della città. Tornando alla visita del vice ministro Bellanova l’abbiamo però vista piegata al tavolo a prendere punti mentre parlava l’avv. Panfalone e poi altri imprenditori, come il presidente di Sicindustria Trapani, Gregory Bongiorno. “Abbiamo preso atto di una disponibilità – ha detto l’avv. Panfalone – al vice ministro abbiamo presentato una forza portuale ben coesa e abbiamo detto ciò che serve. Il dragaggio del porto, portare i fondali ad almeno 12 metri, la abbiamo definita lo spartiacque tra la crisi che si vive oggi e lo sviluppo. Abbiamo anche chiesto che l’Autorità Portuale di Sistema non perda il suo presidente Pasqualino Monti che si è mostrato essere un manager capace”. “Un mare di cambiamenti” viene da dire, quella di ieri è stata l’occasione per ribadire che Trapani vive con il porto, se muore il porto muore la città, i grandi disegni oggi in campo, confini e via dicendo, non hanno certo nulla da poter dare in questo senso. “Trapani – ha concluso Panfalone – ha grandi possibilità con una capacità portuale forte e attrezzata, prendiamo atto che il vice ministro Bellano va ha chiesto rapidità nel consegnarle una sorta di lista della spesa e ha promesso che presto torneremo a sederci attorno ad un tavolo”. Il vice ministro Bellanova nel suo intervento è stata in sintonia con quanto chiesto dagli operatori portuali: “dobbiamo ragionare – ha detto – seguendo una logica di sistema governo e imprenditori devono essere bravi a cooperare, non possono essere controparti dinanzi a crisi come quella che ho conosciuto parlando con gli operatori portuali di Trapani, ma devono saper ragionare insieme e operare, aprendo cantieri, realizzando opere, e garantire lavoro e sviluppo. Lo dobbiamo alle giovani generazioni, penso che un porto posto nelle condizioni di lavorare garantirebbe posti di lavoro importanti”. Dal vice ministro sono poi arrivate rassicurazioni sulla conferma di Monti all’Autorità Portuale di Sistema: “l’ho conosciuto, ho visto a Palermo ma anche qui a Trapani cosa sta realizzando bisogna dare continuità al lavoro che sta facendo , noi abbiamo bisogno nel Mezzogiorno in particolare delle migliori energie . Il mio impegno sarà quello di seguire la strada per il rilancio, una volta al mese tornerò in Sicilia a vedere ciò che si andrà facendo”.0

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.