Ancora un suicidio nella Polizia Penitenziaria

Ancora un lutto nel Corpo di polizia penitenziaria a causa di un suicidio, ed è il secondo in pochi giorni di una donna, il sesto dall’inizio dell’anno. Questa volta è stata una Poliziotta in servizio presso la Casa Circondariale di Palermo Pagliarelli a mettere fine alla propria esistenza. È successo nel primo pomeriggio odierno, un Assistente Capo di circa 40 anni d’età, pare si sia suicidata inalando dei gas nocivi e forse anche ingerendo farmaci.

È quanto riferisce Gennarino De Fazio – Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria – che, fortemente scosso dall’ennesima tragedia che investe i baschi azzurri, commenta: “Ammontano a settantuno gli appartenenti al Corpo che si sono suicidati dal 2011 a oggi. Solo cinque giorni fa analogo gesto era stato portato a termine da un’altra donna, una Poliziotta penitenziaria in servizio presso il carcere di Latina, e, ancora, poco prima la stessa tragica sorte era toccata a un altro collega in servizio nello stesso istituto. Così sale a sei il numero degli appartenenti alla Polizia penitenziaria che hanno posto volontariamente fine alla propria vita dall’inizio dell’anno con un’altissima percentuale relativa di donne”.

“Proprio quest’ultimo– prosegue De Fazio –è un dato che deve far riflettere. Il numero percentuale di appartenenti alle forze dell’ordine che si suicidano è di molto superiore, per fascia d’età, a quello che si registra nella restante parte della popolazione e crediamo che ancora più elevata sia l’incidenza nelle file della Polizia penitenziaria. Purtroppo non esiste una statistica pubblica di questi casi e non abbiamo notizia alcunadell’azione condotta dall’Osservatorio permanente interforze sui suicidi tra gli appartenenti alle forze di polizia costituito dal Capo della Polizia Gabrielli, ma che a un anno e mezzo dalla sua decretazione, risalente all’8 febbraio 2019, non ha avuto alcuna interlocuzione con le Organizzazioni Sindacali rappresentative degli operatori del Corpo di polizia penitenziaria e, soprattutto, non è dato sapere cosa stia concretamente realizzando per tentare di prevenire un fenomeno che continua ad avere dimensioni di assoluto allarme”.

“In questo frangente di sgomento e profondo dolore sarebbe palesemente fuori luogo qualunque polemicae, ancor più, ogni tentativo di strumentalizzare ad altri fini la tematica – spiega ancora il leader della UILPA PP –,ma di certo non si può restare inermi rispetto a essa ed è fondamentale che leAmministrazioni interessate e, in particolare, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria mettano in campo tangibili iniziative per prevenire il disagio e non solo per intercettarlo quando verosimilmenteha già provocato danni irreparabili. Per farlo, evidentemente, è necessario puntare compiutamente sul benessere organizzativo e lavorativo, il cui presupposto essenziale non può che passare per una seria politica degli organici e della conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro; specie per le donne che, tradizionalmente, si occupano ancora molto più degli uomini pure della gestione della famiglia e del lavoro domestico. D’altronde, se la percentuale di donne nella Polizia penitenziaria è, per legge, inferiore al 10% dell’organico complessivo, la circostanza che il numero dei suicidi di donne dall’inizio dell’anno sia superiore al 33% qualche ragionamento ulteriore dovrà indurlo”.

“Per ciò pensiamo– continua De Fazio – che, più che alle ‘palestre anti stress’, come quella per esempio inaugurata qualche mese fa proprio presso il carcere di Palermo Pagliarelli, l’Amministrazione penitenziaria a livello territoriale e anche in Sicilia dovrebbe recuperare un rapporto d’interlocuzione fattivo e costante con le Organizzazioni Sindacali, mostrando maggiore attenzione rispetto alle problematiche sollevate e senza trincerarsi strumentalmente dietro visioni e argomentazioni farraginosamente burocratiche e distanti dalla realtà”.

“In questo momento, tuttavia, – conclude il Segretario della UILPA PP –ci stringiamo attorno al dolore della famiglia della giovane collega che lascia un altro vuoto incolmabile nei nostri cuori”.

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