Nave Aurelia va ad Augusta

La decisione presa dal Viminale ieri sera, in nottata il traghetto Snav era già in navigazione

Una decisione irrazionale lo era già in partenza è tale si è dimostrata per l’esito che ha avuto. Nave Aurelia della Snav a meno di 24 ore dal suo arrivo in rada a Trapani, è andata via nella tarda serata di ieri col suo carico di migranti, 260 , tutti tunisini , 25 positivi al Covid e tutti gli altri imbarcati senza nemmeno avere avuto fatto il tampone, spinti via dall’isola di Lampedusa.  Destinazione del traghetto della Snav il porto di Augusta. Quando era semmai più logico che la nave-quarantena ci arrivasse dopo aver lasciato Lampedusa, due porti vicini, rispetto a quello più lontano di Trapani dove la situazione era già critica per la presenza di un’altra nave quarantena, la “Azzurra” di Gnv. Quelle di ieri si capisce adesso sono state ore concitate in prefettura, con due riunioni del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduti dal prefetto Tommaso Ricciardi. Il primo in mattinata cominciato alle 11 e finito poco dopo le 14,30 l’altro cominciato alle 17 per finire quasi ale 21. Convocati in video conferenza dal prefetto Ricciardi anche i rappresentanti delle istituzioni nazionali, per definire un piano di sicurezza e di gestione delle due navi. Riunioni incredibilmente disertate da quello che forse doveva essere il primo a dire presente ossia il dipartimento delle libertà civili e dell’immigrazione del Viminale, ossia chi in sostanza ha deciso l’invito a Trapani prima di nave “Azzurra” e poi di nave “Aurelia”. E alla fine è arrivata dal Viminale la decisione assunta per primo dal capo di gabinetto del Viminale, prefetto Frattasi, condivisa subito dal ministro Lamorgese di far salpare l’ancora al traghetto della Snav alla volta di Augusta. Non c’è da dire altro se non il fatto che il dipartimento immigrazione al Viminale non solo è stato il grande assente ma quello che non ne ha azzeccata nemmeno una. E dire che il prefetto di Trapani Tommaso Ricciardi si era dato parecchio da fare per evidenziare che era una decisione non corretta quella di mandare una seconda nave quarantena a Trapani, dove già lunedì prossimo si porrà il problema di come gestire lo sbarco a terra dei 602 migranti su nave Azzurra , quando per quel giorno sarà concluso il loro periodo di quarantena. Ancora fino a ieri , altra mancanza del dipartimento per l’immigrazione, non si è saputo dove andranno i 100 migranti provenienti dalle zone subsahariane e sopratutto in che modo avverrà il rimpatrio dei 500 tunisini. E proprio i tunisini potrebbero determinare una situazione incandescente, essendo contrari al loro ritorno in Tunisia. Il sindaco Tranchida già ieri ha revocato l’ordinanza con la quale aveva vietato lo sbarco a terra dei migranti sopra nave Aurelia, considerato che il traghetto ha lasciato Trapani, ma intanto ha avuto anche il tempo di fare  una forte polemica col deputato nazionale e responsabile nazionale per la sicurezza del Pd, Carmelo Miceli. A Tranchida che ha anche addossato all’on. Miceli la responsabilità della scelta di Trapani per la seconda nave quarantena dislocata in rada, Miceli ha risposto contestandogli l’assunzioni di posizioni più sovrani ste che dem, considerata l’area politica di appartenenza del primo cittadino trapanese. Tranchida ha contro replicato sottolineando che non possono avere colore politico le azioni di tutela del territorio, e infine Miceli in serata ha replicato che se Tranchida avesse parlato col ministro Lamorgese avrebbe appreso che nave Aurelia non sarebbe rimasta a Trapani. Ma resta la domanda iniziale che ci siamo fatti, perché fare arrivare a Trapani da Lampedusa una nave che ha dovuto invertire la rotta e andare ad Augusta. Abbiamo comunque l’impressione che chiusa una polemica se ne aprirà un’altra fino a quando, lo abbiamo già detto, le decisioni verranno prese da Roma senza dare ascolto ai territori, sapendo, nel caso specifico di Trapani, che terminali dei ministeri romani sono rappresentanti istituzionali dotati di buon senso e grande voglia di fare anche sotto il profilo di dover comunque garantire sicurezza. E un nome che vale per tutti è quello del prefetto Tommaso Ricciardi, che per fortuna per averci lavorato, ma lui mettendoci la faccia, al dipartimento immigrazione e libertà civili, un po’ di competenza in materia di gestione di queste emergenze la possiede certamente. La politica lasci le polemiche e trovi le soluzioni, le nave quarantena non lo sono, costano parecchio ogni giorno che passa del loro noleggio, distraggono maggiore numero di uomini, e dobbiamo anche contare i gruppi di pronto intervento che passano in allerta ogni giorno di quarantena che i migranti trascorrono sulla nave , e sopratutto non è vero che il contagio viene limitato, è provato che sulla nave il virus corre più veloce. Le soluzioni vanno trovate sulla terraferma, dove i sanitari sono a portata di mano, le soluzioni vanno trovate nei paesi del nord Africa da dove i migranti continuano a partire per andare spesso a morire, o in mare, l’ultimo naufragio è del 17 agosto, o sulla terra quando per un tozzo di pane, duro, si vendono a spregiudicati caporali o ai signori del crimine. Un ultima cosa che ancora sembra dare torto al Viminale. Nave Aurelia pare sarebbe dovuta andare in un porto calabrese, quello di  Corigliano, ma li le pressioni politiche hanno fatto saltare l’attracco. Lo sappiamo, rischiamo di innescare sul tema della sicurezza una guerra tra poveri, allora proviamo per una volta in questo paese si lavorare per la pace e non per far soccombere il più debole.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.