“Omertà istituzionali”

Processo D’Alì: nel dibattimento in Corte di Appello pg e difesa chiedono di sentire nuovi testi. L’accusa punta il dito contro l’ex ministro Pisano e l’ex governatore Cuffaro. La difesa vuole sentire generali dei Carabinieri e prefetti

Procura generale e difesa, dopo che dinanzi ai giudici della Corte di Appello sono sfilati una serie di testimoni, hanno chiesto di riaprire l’istruttoria dibattimentale, in altri termini sentire altri testimoni. Si tratta del processo dove l’ex sottosegretario all’Interno, ed ex senatore Tonino D’Alì è imputato di concorso esterno in associazione mafiosa. La Procura Generale con una memoria depositata ha ulteriormente portato elementi che pesano contro l’ex parlamentare trapanese, soffermandosi parecchio su uno scenario, quello nel quale l’ex sottosegretario D’Alì avrebbe abusato del proprio ruolo istituzionale e di governo, per “cacciare” da Trapani l’ex prefetto Fulvio Sodano e per tentare di trasferire lontano da Trapani l’allora Capo della Squadra Mobile Giuseppe Linares. Sul trasferimento da Trapani del prefetto Sodano, nell’estate del 2003, i giudici hanno sentito l’ex ministro dell’Interno Beppe Pisanu, il capo di gabinetto del Viminale, prefetto Carlo Mosca, l’ex Presidente della Regione Sicilia, Totò Cuffaro. Ebbene a parte che le loro testimonianze sono state contraddittorie, “si sono smentite tra di loro”, il pg nel ritenerle se non menzognere le ha bollate come “omertà istituzionali”, in termini più corrispondenti quantomeno incomplete e omissive, non avrebbero detto il vero. E così il pg ha chiesto ai giudici di poter sentire l’ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro, l’odierno direttore del Servizio centrale anticrimine, Giuseppe Linares, due ex collaboratori di D’Alì quando sedeva al ministero dell’Interno, e cioè l’odierno prefetto di Trieste, Valerio Valenti e un agente di Polizia, Massimiliano Carena, il funzionario della Dia, maggiore Giuseppe Di Sclafani, che si è occupato degli approfondimenti investigativi sul processo D’Alì e del colonnello Lucio Arcidiacono dei Ros dei Carabinieri a proposito di una recente indagine nella quale si è visto il D’Alì incontrare soggetti mafiosi. Si tratta dell’operazione “Pionica”. Tra le richieste anche quella di acquisire una relazione dell’ex Procuratore della Repubblica di Trapani, Giacomo Bodero Maccabeo. Anche la difesa del senatore D’Alì ha presentato una lista testi. Si sarebbe voluto sentire l’ex prefetto di Trapani Giovanni Finazzo, successore di Sodano, e però tragicamente deceduto poco tempo addietro, ma nella lista testi della difesa c’è un personaggio eccellente, l’ex capo della pg dei Carabinieri a Marsala, il colonnello Carmelo Canale e con lui tutta una serie di alti ufficiali dell’Arma, come i generali Giovanni Barbano e Alberto Mosca che sono stati al vertice del comando provinciale di Trapani. Altri testi indicati dalla difesa, l’ex numero uno della Protezione, i prefetti Mario Morcone, Annamaria D’Ascenzo, Giuseppe Gualtieri e Domenico Pinzello, questi ultimi due ex questori di Trapani, gli ex dirigenti della Digos di Trapani, Mariolina Megna, Giovanni Pampillonia, Anna Maria Impastato, Biagio Delio, Carla Marino, il funzionario di prefettura Giuseppe Pastore, l’imprenditore Carlo Alberto Marconi, l’onorevole Pippo Fallica, gli ex vertici della Banca Sicula, l’istituto bancario controllato dalla famiglia D’Alì, e cioè Silvestro Mariscalco Inturretta e Giuseppe Marini. E poi ancora pg e difesa hanno prodotto una moltitudine di documenti, la difesa ha anche chiesto di produrre i certificati penali di alcuni dei testi, tra cui collaboratori di giustizia, che sono stati sentiti. I giudici decideranno se accogliere o meno le richieste di pg e difesa alla prossima udienza, fissata per il 29 aprile.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.