Richiesta di assoluzione

Il caso della discarica chiusa, per il pm D’Antona: “Damiano e De Lio non commisero reato”

L’ex sindaco Vito Damiano e l’ex comandante dei Vigili Urbani Biagio De Lio imputati di interruzione di pubblico servizio dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Trapani Chiara Badalucco, “vanno assolti”. Lo ha chiesto oggi il pm Antonio D’Antona a conclusione della sua requisitoria. Damiano all’epoca sindaco di Trapani, era il marzo 2015, con una ordinanza vietò l’ingresso nella discarica di contrada Borranea ai mezzi appartenenti agli altri Comuni della provincia autorizzati dalla Regione a smaltire i rifiuti in quell’impianto. E questo perché si paventava il veloce esaurimento della capienza della discarica così da provocare conseguenze per il capoluogo. Il pm D’Antona ha ricostruito le vicende del tempo evidenziando il contenzioso che esisteva tra il Comune e la Regione, riconducendo intanto l’ordinanza del sindaco Damiano ad un atto politico. “E’ stata una forma di protesta del sindaco, vivace quanto azzardato, frutto di una pressione molto elevata, non siamo stati mai dinanzi – ha sostenuto il pm – ad una interruzione di pubblico servizio ma semmai ad un disservizio”. Il pm ha fatto riferimento alla testimonianza dell’allora prefetto Leopoldo Falco che ha riferito come già a meno di 24 ore dall’assunzione del provvedimento il sindaco Damiano si era attivato con la prefettura per rivedere il provvedimento, e in effetti l’ordinanza “venne a cessare nel giro di pochissimi giorni”. Sulla valenza dell’ordinanza il pm D’Antona ha sottolineato che “non si può parlare di dolo. E’ stato semmai un atto “amministrativamente non correttamente adottato”, insomma più un illecito amministrativo che penale, “censurabile sotto i profili amministrativi, ma la condotta non è da qualificare come un fatto delittuoso”. De Lio è stato imputato in quanto da comandante dei Vigili Urbani dispose un servizio che impediva agli autocompattatori di altri Comuni a potere accedere nell’impianto di contrada Borranea. Per il pm il comportamento di mero esecutore di un ordine del sindaco “non può comportare l’attribuzione di responsabilità penali, ha attuato un provvedimento sindacale”. Da qui la doppia richiesta di assoluzione “per insussistenza del fatto” dinanzi all’evidente “mancanza del dolo”. Il processo proseguirà il 19 settembre con la discussione delle difese e della parte civile, associazione Codici.

CONDIVIDI
Commenti Facebook
Articolo precedenteMarianna La Colla, Triathleta Alcamese, si qualifica per i mondiali
Articolo successivoMacaddino (Uil): “Come può succedere che ad Alcamo…”