Fermi convalidati

Operazione MafiaBet: il gip conferma la misura cautelare in carcere per Luppino, Giorgi e Catalanotto

I tre fermati nell’ambito dell’operazione antimafia “MafiaBet” restano in carcere. Lo ha deciso il gip del Tribunale di Marsala, Francesco Parrinello,  che  ha convalidato i fermi di Calogero Jonn Luppino, Salvatore Giorgi e Francesco Catalanotto ed applicato la misura cautelare in carcere. In generale nei loro confronti sono contestati i reati di associazione mafiosa, rapina, estorsione, in particolare Salvatore Giorgi risponde anche di corruzione elettorale con l’aggravante mafiosa. Quest’ultima fattispecie coinvolge anche l’attuale deputato regionale avv. Stefano Pellegrino che però è indagato di corruzione elettorale semplice, senza l’aggravante di aver favorito l’associazione mafiosa. Per questa contestazione di reato è stato sentito dai pm palermitani nella stessa giornata di esecuzione dei fermi, lo scorso 22 febbraio. Assieme a Jonn Calogero Luppino, Salvatore Giorgi e Francesco Catalanotto,  che sono accusati di avere destinato proventi delle loro attività alla latitanza del boss Matteo Messina Denaro, ci sono anche altri indagati, per intestazione fittizia di beni: Giuseppe Di Stefano, di Salaparuta, 82 anni, Paola Maggio (moglie di Luppino), di Castelvetrano, 38 anni, Calogero Pizzolato, di Castelvetrano, 40 anni, Antonino Tumbiolo, di Mazara, 48 anni, Gaudenzia Zito, nativa di Fidevock (Australia), 50 anni, attualmente consigliera comunale a Campobello di Mazara e zia di Luppino. Indagato è anche il consigliere comunale di Salemi  Vito Balsamo,  39 anni,  che nel consesso civico salemitano ha fatto l’ingresso l’anno scorso prendendo il posto del dimissionario Nino Scimemi. Balsamo pare che a Salemi si interessava già di gestione di un centro per accoglienza per migranti poi chiuso dalla prefettura, passando ad occuparsi di un altro centro a Salaparuta.  Tutti questi indagati sono stati destinatari del provvedimento di sequestro di beni che ha anche riguardato Luppino e Giorgi. Il provvedimento firmato dal procuratore aggiunto di Palermo Paolo  Guido e dai pm De Leo e Dessì, ha sottratto loro complessivamente beni per 5 milioni di euro. Balsamo e Di Stefano rispondono del reato di intestazione fittizia di beni circa la gestione dell’associazione “Menzil Salah”. La “Menzil Salah” è una società con sede a Salaparuta, il cui fine sociale è lo svolgimento, mediante la gestione diretta o in appalto o ancora in convenzione con Enti pubblici o privati, di servizi sociali, socio-sanitari ed educativi; la stessa società, più precisamente, gestisce la Comunità Alloggio di prima accoglienza per minori denominata “Lamin Njie”, con sede a Salaparuta. Sempre per intestazione fittizia di beni è indagata la consigliera comunale Gaudenzia “Enza” Zito, e zia di Jonn Luppino, che ha attribuito la titolarità della società “Non solo vip ” srl, azienda che gestisce un centro elaborazione dati. Che la Zito è intestataria di facciata la Procura lo ha percepito dal contenuto di una intercettazione in occasione di alcuni controlli amministrativi eseguiti nell’estate 2017 da funzionari dell’ Amministrazione dei Monopoli di Stato. Parlando con un suo collaboratore impiegato in quegli uffici infatti Luppino lo sollecitava ad informare la zia, “di ad Enza di venire qui …magari a vedere dov’è il posto caso ma le chiedano qualcosa”. Insomma la Zito non sarebbe stata nemmeno a conoscenza dell’ubicazione di quegli uffici. Pizzolato risponde anche di intestazione fittizia per la società commerciale “Roialto Lounge bar”. Ad Antonino Tumbiolo era stata fittiziamente intestata una società di noleggio auto, mentre Paola Maggio aveva avuto intestata una tabaccheria.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.