
“Ringrazio i miei avvocati – spiega Elena Giordano – Enrico Trantino, Vincenzo Mellia e Sergio Ziccone, perché con grande professionalità e dedizione hanno studiato a fondo una vicenda volutamente ingarbugliata e per aver sviscerato i fatti che hanno finalmente portato alla verità. Non ho mai commesso il reato per il quale ero imputata anzi, ho lottato come faccio da una vita, affinché venissero riconosciuti i diritti legittimi di un lavoratore, in questo caso un giornalista, che tutti i giorni è costretto a doversi difendere da soprusi e inaccettabili imposizioni. Spero che questo mio caso serva a tutti, vittime e carnefici, affinché si capisca che la dignità della persona non è un oggetto che si può comprare. E se messa in dubbio porta chiunque alla ribellione”. Sulla vicende è intervenuto anche il presidente nazionale dell’Unci Alessandro Galimberti: “Il senso della battaglia di Elena Giordano è nell’etica che deve guidare i comportamenti dei giornalisti in ogni aspetto della vita , non solo professionale ma anche relazionale, istituzionale e pure privata”.