“Fare squadra contro la violenza di genere”

CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Si può sintetizzare così il senso dell’incontro di ieri sera presso il Teatro Anton Rocco Guadagno organizzato dall’Associazione Fiore Daphne. Filmati, parole, interpretazioni e testimonianze sul tema della violenza di genere in occasione della 20° giornata internazionale contro la violenza sulle donne. L’evento è stato presentato da Luisa Bambina e Roberta Maimone.

Dopo l’interpretazione magistrale di Federica Coppola e Rosario Bambina del testo dello scrittore castellammarese Enzo Di Pasquale, sono stati mostrati filmati tematici e di sensibilizzazione.

Significativa la “lezione” dell’avvocato Marinella Amodeo che ha spiegato, rispondendo alle domande di alcuni ragazzi, gli aspetti giuridici sulla violenza di genere, quali sono gli strumenti, la denuncia, la raccolta delle prove, quello che lo Stato ha fatto e quello che ancora deve fare. È stata sottolineata l’importanza dei centri antiviolenza e di ascolto a cui rivolgersi per aiuto e assistenza nei momenti più difficili che accompagnano la donna alla denuncia. Quello che ancora in Italia manca è il riconoscimento, mediante una legge ancora più incisiva di quella in vigore, del femminicidio, un fenomeno in aumento nel nostro Paese. Se da un lato sono diminuite le denunce, il fenomeno però è in aumento. Spesso infatti le donne per paura, o per mancanza di fiducia nello Stato, non denunciano. Per questo motivo occorre intervenire subito. Ed è quello che lo Stato sta facendo con la legge sul cosiddetto “Codice Rosso” per proteggere le donne vittime di violenze. Il ddl, come annunciato dal Premier Giuseppe Conte nei giorni scorsi, sarà approvato nel prossimo Consiglio dei Ministri. Sarà una sorta di “corsia preferenziale”, come per il codice analogo degli ospedali, per le donne che denunciano: ovvero le donne saranno sentite dal PM dopo tre giorni dalla denuncia, un modo quindi per accelerare le indagini e scongiurare eventuali casi di femminicidio. Inoltre lo Stato ha già previsto l’avvocato gratuito, indifferentemente dal reddito, per tutte le donne che denunciano.

La denuncia è, quindi, molto importante, ma bisogna sempre di più fare squadra contro la violenza di genere, cioè non isolarsi e rivolgersi sempre alle forze dell’ordine e ai centri di ascolto.

In Italia la media è di circa 150 casi di femminicidio l’anno, quasi uno ogni due giorni. In gran parte sono causati dal coniuge e all’interno delle mura domestiche. In realtà una legge in Italia c’è, ma non basta. Nel 2013 infatti il parlamento italiano ha ratificato la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (trattato di Istanbul) e nell’agosto 2013 il governo ha emanato il decreto legge 93/2013, convertito successivamente in legge. Una legge incentrata “sulla prevenzione della violenza domestica, proteggere le vittime e perseguire i trasgressori”, oltre ad un inasprimento delle pene previste dal codice penale. Ma questo ancora non basta.

Ieri, oltre ai dati sul femminicidio, è stata particolarmente toccante la storia di Chiara Insidioso Monda, una giovane ragazza in stato semi-vegetativo dal 2014 dopo essere stata vittima di una brutale aggressione da parte del fidanzato. Oggi la madre di Chiara, Danielle Conjarts, presente all’evento, chiede ancora verità e giustizia per la figlia che resterà invalida per tutta la sua vita, mentre il fidanzato è stato condannato in appello a 16 anni di carcere. Danielle ieri sera dal palco del teatro Apollo di Castellammare del Golfo si è appellata ancora una volta allo Stato: “Mia figlia non ha ricevuto nessun risarcimento. Chiara oggi vive in un centro per soggetti in stato vegetativo, ma chiediamo il suo trasferimento in un’altra struttura più idonea o a casa con la dovuta assistenza. Chiara non ha più motivo di restare in quel centro, per questo vogliamo per lei una sistemazione diversa. Noi – ha sottolineato la madre di Chiara – non abbiamo avuto giustizia, cosa sono 16 anni di carcere? Mia figlia resterà invalida per il resto dei suoi giorni.”

Infine l’Assessora Maria Tesè ha annunciato l’introduzione a breve della nuova Commissione per le Pari Opportunità che avrà al suo interno sempre più soggetti della società civile e delle associazioni che si occupano di questi temi.

Quello di ieri sera è stato l’evento conclusivo di una serie di incontri/dibattiti sul tema della violenza di genere. Nei giorni scorsi sono stati diversi gli incontri nelle scuole e ieri mattina presso la Sala del 500 ha avuto luogo l’incontro “non solo nomi” organizzato dal CIF (Centro Italiano Femminile).

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Emanuel Butticè
Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.