Un uomo al centro del mirino

Ha cominciato a raccontare la sua storia dinanzi al Tribunale l’avvocato Josè Libero Bonomo, parte offesa nel processo contro l’avvocato Rosa Sanna

Si è trovato circondato dal malaffare ma ha avuto fiducia nella giustizia. Ha deciso di resistere all’attacco denunciando in tempo reale la stretta mortale, di natura morale, nella quale pretendeva di tenerlo una sua collega, Rosa Sanna. Il personaggio di questa storia è l’avvocato Josè Libero Bonomo. Circa un anno addietro si trovò dinanzi la richiesta dell’avvocatessa Sanna di pagare, a rate, 80 mila euro per evitare che contro di lui andasse avanti un processo per infedele patrocinio. Al momento di pagare una prima tranche di quel denaro, lui aveva fatto credere di acconsentire, frattanto aveva provveduto però a denunciare ogni cosa, passo passo, alla sezione di pg della Forestale, l’avvocatessa venne fermata e arrestata. L’appuntamento che i due avevano all’interno di un bar nella zona del quartiere Portici era infatti controllato dagli agenti della pg, che come finti avventori erano dentro al locale. Ieri dinanzi al collegio, presidente Troja a latere Visco e Marroccoli, l’avvocato Josè Libero Bonomo ha risposto alle domande del pm Andrea Tarondo. E le sue parole hanno inserito il caso giudiziario all’interno di uno scenario dove hanno fatto capolino altre vicende, come la questione relativa alla gestione di centri per immigrati da parte dell’ex deputato Norino Fratello. Lo scenario descritto dall’avvocato Bonomo è apparso in tutta la sua interezza. Bonomo si è posto contro determinati poteri forti, ed è cosa nota che dentro l’indagine contro Norino Fratello ci stanno tutta una serie di ingerenze di certa massoneria, e quindi l’azione “estorsiva” che sarebbe stata condotta dall’avvocatessa Sanna potrebbe essere stata una sorta di vendetta per mettere fuori dal circuito forense un avvocato per nulla accondiscendente con il malaffare. Bonomo molti anni addietro si è ritrovato, ha così raccontato ai giudici, ad assistere una donna, Vita Pipitone, imputata oggi nello stesso processo con l’avvocatessa Sanna, ed i suoi figli per un contenzioso civile con un istituto bancario. Mutui ed esposizioni bancarie decisamente in rosso, Bonomo ha messo a disposizione la sua preparazione legale e tecnica per difendere la donna, ma all’esito del giudizio civile ha perduto la causa. Lui stesso ai giudici ha detto che c’erano pochi margini per vincere quella causa. Ma ciò non di meno ci provò e continuò a provarci anche all’esito del pronunciamento civile di primo grado. Poi d’improvviso la rottura tra avvocato e cliente che gli revocò il mandato difensivo per conferirlo all’avvocatessa Rosa Sanna. “Lei – ha detto l’avv. Bonomo – mi incontrò e mi ammise che io avevo regolarmente condotto il mio mandato e però bisognava aiutare quella donna ed i suoi familiari”. L’aiuto consisteva nel permettere alla donna di riacquistare l’abitazione che era finita all’asta. E i soldi per fare quell’acquisto “avrei dovuto darli io”. “Gli approcci con l’avvocatessa Sanna sono stati tutti anomali, addirittura mi disse che quando sarei stato pronto ad incontrarla avrei dovuto mandarle un messaggio con scritto il trasloco è finito…mi raccontò che era guardinga perchè si riteneva sotto l’attenzione della magistratura, mi disse che aveva avuto dei problemi, che le erano stati sequestri telefonini, ipad (l’avvocato Sanna è stata condannata per l’adozione illegale di un neonato ndr)…Quasi mi si presentò dicendo che aveva a che fare con una cliente (la signora Pipitone ndr) folle, che bisognava tacitarla per evitarmi sgradevoli conseguenze giudiziarie”. Incontro dopo incontro con la sua collega, l’avv. Bonomo si è ritrovato spinto all’angolo, per essere costretto a pagare. “Dapprima mi propose di organizzare una truffa ai danni della mia assicurazione, mi propose di andare con lei a Roma a parlare con un non meglio identificato mega imperatore che mi avrebbe aiutato ad ottenere i soldi dall’assicurazione, come se io avessi mancato al mio mandato nella causa della signora Pipitone, soldi che ottenuti avrei dovuto dare alla mia ex assistita, quando le dissi che non ero d’accordo, mi disse allora che dovevo pagare 60 mila euro, cifra poi arrivata a 80 mila euro, pagando avrei ottenuto dalla signora Pipitone la ritrattazione delle accuse che aveva già rappresentato alla magistratura contro di me”. “Mi disse che poteva accadermi di tutto, dal processo al procedimento dinanzi agli organismi di disciplina del foro, mi fece capire che sul mio conto sapeva tante cose che se rivelate non mi avrebbero fatto certo bene alla mia carriera, mi disse che certa gente ce l’aveva contro di me, che volevano rovinarmi, che potevano catapultare ogni cosa nel penale”. L’avvocato Bonomo ha riferito che in quel periodo lui si ritrovò per altre vicende al centro di pressioni: “Mi occupavo della difesa di Lorenzo La Rocca, presidente/prestanome di una coop sotto il controllo dell’on. Norino Fratello, addirittura mentre l’avvocatessa Sanna mi chiedeva di cacciare fuori i soldi, un giorno fui convocato a casa di tale Benedetto Costantino e questi mi disse che era stato avvicinato da persone pericolose di Palermo interessati a farmi cambiare le carte nella causa La Rocca in corso dinanzi al Tribunale delle Imprese”. Un periodo parecchio pesante per l’avvocato Bonomo, di fatto diventato un uomo al centro del mirino: “Periodo per me parecchio stressante, con l’avvocatessa Sanna che continuava a chiedermi il denaro, le dissi se si rendeva conto che quella era una estorsione, lei mi diede ragione ma l’atteggiamento non cambiò”. Infine il 15 novembre 2017 l’incontro tra i due al bar del quartiere Portici a Trapani, presente la signora Pipitone. “Le dissi che avevo il denaro, una prima rata di 6 mila euro, mentre le parlavo la signora Pipitone scriveva la sua ritrattazione, l’avvocatessa Sanna volle lei il denaro, perché, mi spiegò, la signora Pipitone non sapeva quanto denaro stavo consegnando, lei aprì la borsa e misi la busta coi soldi dentro”. Subito scattò l’arresto dell’avvocatessa, i finti clienti si presentarono a lei per quello che erano, agenti della pg della Forestale. La deposizione di Bonomo si è fermata qui, il processo proseguirà il 19 ottobre, quando toccherà ai difensori dell’avvocatessa Sanna, e della signora Pipitone, avvocati Sbacchi, Alagna e Salvatore Galluffo, fare le domande alla parte offesa. Bonomo alla magistratura ha consegnato tutte le registrazioni dei colloqui con l’avvocatessa Sanna, “da quando mi sono sentito al centro di certe attenzioni ho l’abitudine di registrare i colloqui con le persone che incontro”, mentre prima di andare all’incontro al bar con la Sanna e la signora Pipitone “ho fatto fotocopiare le banconote presso la sezione di pg della Forestale”. Il sentore è che dietro la vicenda Sanna contro Bonomo ci possa essere altro, ma è presto per poterlo dire. Certo è che per Bonomo è un processo difficile, ha dovuto faticare per trovare finalmente un avvocato a sua difesa. Lo ha trovato presso il foro di Gela, l’avvocato Giuseppe Panebianco.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.