Chi gioca al gioco dei due forni… può rimanere scottato

Inizio dicendo che il gioco dei due forni, da quando sono iniziate le consultazioni, non mi è mai piaciuto, perché i forni in questo caso non sono uguali. Ma perché non sono uguali? Semplice, perché il forno di destra e quello di sinistra per storia e cultura, per la visione sulle politiche della migrazione, le politiche del lavoro e delle pensioni, la politica estera ed europea, sono parecchio distanti e divergenti. Su tutto!

Il M5S, avrebbe dovuto fare una scelta chiara fin dall’inizio, e fin dall’inizio decidere con quale schieramento politico iniziare a costruire un percorso per dare un Governo duraturo a questo Paese. Scegliere, non è mai facile soprattutto quando il leader del movimento ha l’aspirazione, lecita, a voler fare il Premier. Dopo i milioni di consensi raccolti per le elezioni nazionali.

Queste ultime settimane, sono state settimane di confusione per chi come noi, osservatori di fatti politici, ha cercato di comprendere quello che è stato definito il “gioco dei due forni”, proprio perché i forni erano tanto diversi quanto distanti tra di loro. Così come non riuscivamo a comprendere come si volevano attuare i dieci punti del “contratto” proposto da Di Maio, mettendo insieme tutti, da destra a sinistra e chi ci sta ci sta.

Mattarella dopo un primo giro di consultazioni, andato a vuoto, ha dato mandato esplorativo alla Presidente del Senato. E in quel’occasione il M5S ha pensato, forse, mettendo veti insormontabili su Berlusconi e Forza Italia, di riuscire a rompere la coalizione di centro destra cercando di far pressione su Salvini per la formazione di un Governo Lega M5S ma sbagliava. Perché il buon Salvini da politico esperto qual è, non sarebbe mai potuto andare da solo con il Movimento, perché sapeva bene che se si fosse staccato dal resto della coalizione, sarebbe stato solo una semplice “stampella” con il suo 17% di voti contro il 38% della coalizione. Risultato? Esplorazione fallita e parola al Quirinale!

Dal Quirinale il Presidente della Repubblica risponde con l’incarico esplorativo al Presidente della Camera Fico, e, via con il cambio di forno. Il nome di questo secondo forno è quello del Partito Democratico. Si avete capito bene, quel PD accusato, nell’ultima legislatura, dai grillini, di tutti i mali dell’Italia degli ultimi cinque anni. Adesso il M5S sembra essere ben predisposto a dialogare e a confrontarsi con il “nemico” senza porre veti di nessun tipo. Ma, solo per il bene Italico sia chiaro. A questo punto il dialogo è avviato ha dichiarato il Presidente Fico, raggiungendo l’obiettivo del mandato esplorativo.

Adesso bisognerà capire cosa vuol fare il PD. Essere o non essere una “stampella” del M5S? Accetterà di mettersi in gioco e di buttar giù tutti gli insulti che gli sono piovuti addosso in questi anni? A questo punto non resta che aspettare il risultato della direzione del Partito Democratico che si svolgerà il prossimo 3 maggio, per capire cosa accadrà. Nel frattempo è tornato a farsi sentire Renzi e ho come l’impressione che ne sentiremo delle belle.

Nell’attesa vedremo cosa accadrà in Friuli Venezia Giulia, dove domenica si voterà per le regionali. E vedremo se ci saranno sorprese che potranno influire sulla formazione del Governo Nazionale!

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Fulvio Catalanotto
Fulvio Catalanotto nasce in Sicilia, terra, secondo lui, al centro del mondo. Formatore ed esperto dei processi formativi con la passione per la comunicazione e l'informazione. È un ascoltatore cronico di Rosa Balistreri.