Se ti fermi, puoi scoprire l’infinito

Washington, Enfant Plaza, 12 gennaio 2007, ore 7,51, ingresso della metropolitana. Un artista di strada estrae il suo violino dalla cassa e comincia a suonare. Suona La Ciaccona di Bach, poi continua con l’Ave Maria di Schubert, poi con Estrellita, di Manuel Ponce, alla quale fa seguire un pezzo di Massenet ed ancora una gavotta di Bach. Il musicista suona per circa tre quarti d’ora, in quell’orario di punta, passano davanti a lui circa 1000 persone, quasi tutte vanno di fretta. Dopo tre minuti dal suo inizio, un uomo anziano rallenta il suo passo, si ferma un attimo ad ascoltare, poi va via. Un minuto dopo, una donna, senza fermarsi, lancia una banconota da un dollaro nella cassa del violino e corre via. Dopo qualche minuto, finalmente un giovane manager si ferma ad ascoltare quella musica, ma solo per pochi attimi. Anche lui lascia all’artista qualche spicciolo e corre via. Chi fa maggiore attenzione al suono del violino è un bambino di 3 anni, che invoglia la madre a fermarsi ad ascoltare, ma anche questa, dopo alcuni istanti, tira via il bambino per continuare il cammino. Tuttavia, il bambino continua a girarsi verso il violinista, cercando di ascoltare le sue note, fino a quando non ne perde il contatto visivo. Durante quei 43 minuti, solo 7 persone si fermarono ad ascoltare brevemente quel violino e circa 20 persone gli diedero dei soldi. In quei 43 minuti, il musicista riuscì ad accumulare 32,17 dollari. Al termine della sua esecuzione, nessuno si accorse che stava andando via, nessuno lo applaudì. Quel musicista era Joshua Bell, uno dei migliori violinisti al mondo, aveva suonato alcuni spartiti tra i più complessi mai esistiti, con uno Stradivari del 1713, del valore di circa tre milioni e mezzo di dollari. “Nessun violino al mondo suona come uno Stradivari del 1710”, afferma Bell. Due giorni prima di questa esibizione in incognito all’Enfant Plaza, Joshua Bell si era esibito al teatro di Boston, dove si era registrato il tutto esaurito. I biglietti costavano quasi 100 dollari. Questo esperimento di esibizione in incognito, fu organizzato dal giornale Washington Post, per investigare su quanto la fretta possa fare scemare, fino ad annullare, la nostra percezione di qualcosa di bello che si sta verificando proprio davanti ai nostri occhi. Quanti interrogativi può aprirci questo esperimento! Fermarsi, ascoltare, ascoltarsi, guardare se stessi, gli altri, le cose, le opportunità della vita ed il bello che si esprime o si nasconde in essa. Quanto tempo abbiamo durante la nostra quotidianità per poter fare ciò? Quante volte ci sentiamo stressati ed infelici, pur facendo una miriade di cose nell’arco della giornata? Può capitare a tanti di sentirsi irretiti nelle vicissitudini della vita e di non poterne uscire, ma siamo sicuri che dedichiamo il giusto tempo a pensare? Siamo sicuri che la persona che ci sta accanto sia soltanto così come l’abbiamo sempre percepita? Oppure siamo anche tanto presi dalla nostra velocità quotidiana che ci risucchia, che ci rende così mentalmente asfittici, da restarne vittime inconsapevoli a tal punto da non poter uscire dalle nostre catene mentali? Quante cose ci stiamo perdendo per non saperle riconoscere ed apprezzare? Certamente, come mostrato nell’esperimento di Bell, darci la possibilità di fare pace col tempo, potrebbe aprirci la strada su tante “bellezze” della nostra vita.

Fabio Settipani

Psicologo – Psicoterapeuta

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