Marsala e Mazara: blitz dei carabinieri, due arresi, sequestrati gli appartamenti per gli incontri hard
Una vasta operazione dei Carabinieri della Compagnia di Marsala, ha permesso di individuare e perseguire gli appartenenti ad una complessa rete criminale che, su tutto il territorio lilybetano, gestiva, organizzava e amministrava lo sfruttamento di giovani donne, costrette a prostituirsi. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Marsala e condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile, sono iniziate nel 2013 ed hanno permesso di accertare l’esistenza di numerose abitazioni, sparse in tutta la città, adibite a regola d’arte per ospitare appuntamenti con ragazze, prevalentemente di nazionalità estera, costrette a concedere prestazioni sessuali in cambio di denaro.
Due, in particolare, le figure di spicco dell’organizzazione criminale: sono finiti in manette Hernandez Hortiz Mariza Hivilin, ecuadoregna classe ’69, e Matteo Giacalone, marsalese di 66 anni. Entrambi, con ruoli diversi e ben definiti, risponderanno di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Nello specifico, la Hernandez gestiva, in appartamenti presi in locazione sia a Marsala da D.A.R., marsalese classe ’68, che a Mazara del Vallo, indirizzava il flusso di clienti interessati alle prestazioni sessuali, definendo personalmente l’agenda degli appuntamenti e riferendo le qualità fisiche e “professionali” delle giovani donne a coloro che ne fossero interessati. Inoltre, numerosi annunci sul web e sui giornali permettevano alla donna di creare un vero e proprio canale pubblicitario su cui promuovere il proprio “business della prostituzione”. Anche l’aspetto economico era gestito dalla Hernandez in prima persona. Difatti, oltre ad un contributo per la locazione degli appartamenti, che veniva puntualmente versato, la stessa pretendeva dalle ragazze un importo giornaliero di decine di euro, variabile a seconda dell’affluenza dei clienti, arrivando a percepire introiti mensili di migliaia di euro. La stessa, allontanandosi spesso dall’Italia, aveva previsto anche la presenza di un suo sostituto che amministrasse il tutto. Si tratta di F. T., marsalese di 61 anni, che in sua assenza si occupava della gestione delle sistemazioni, del trasporto e delle esigenze particolari delle prostitute. Altra figura di rilievo emersa nel corso dell’operazione portata a termine dai Carabinieri di Marsala, è quella di Matteo Giacalone . Questi, grazie anche all’intermediazione di M.A.E., brasiliana classe ’75, reclutava ragazze di nazionalità estera dedite alla prostituzione da collocare in abitazioni nella sua disponibilità. Nello specifico, gli appartamenti utilizzati dal Giacalone erano stati messi a disposizione da L.P., marsalese di 30 anni, e da T.F., lilybetano classe ’57, titolare anche di una nota agenzia immobiliare di Marsala. Nel dettaglio, il Giacalone forniva alle giovani ragazze indicazioni logistiche su come raggiungere Marsala, si recava a prelevarle al loro arrivo e le conduceva presso le abitazioni a loro destinate. Inoltre, procacciava alle stesse i clienti, suggerendo la somma di denaro da chiedere a fronte della prestazione sessuale fornita, accompagnandole personalmente in caso di prestazioni a domicilio. Infine, assicurava alle ragazze una vera e propria “protezione”, rendendosi immediatamente reperibile e pronto ad intervenire in caso di problemi con i clienti nonché approvvigionava da D.D.A., rumeno di 28 anni, sostanza stupefacente da cedere alle stesse ragazze e da utilizzare con i clienti nel corso delle prestazioni sessuali. Le risultanze investigative raccolte dai Carabinieri della Compagnia di Marsala dal 2013 ad oggi, sotto la guida della Procura della Repubblica, hanno determinato il G.I.P. del Tribunale di Marsala ad emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, per Matteo Giacalone, e degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per la Hernandez Hortiz Mariza Hivilin , in ordine ai reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Per T.F., invece, in attesa del processo, è stata disposta la misura cautelare del divieto di esercitare l’attività imprenditoriale di agente immobiliare per la durata di sei mesi. Gli altri 5 soggetti emersi nel corso dell’attività d’indagine condotta dai militari dell’Arma e che risultano ad oggi indagati a vario titolo, dovranno spiegare dinanzi al Giudice il loro ruolo nella vicenda. L’esecuzione dell’ordinanza ha portato anche al sequestro preventivo di 8 immobili nella disponibilità degli indagati ove veniva espletata l’attività di meretricio, di cui 7 dislocati per la maggior parte nel centro di Marsala ed uno a Mazara del Vallo, impedendo così la prosecuzione dell’attività criminale.