Impossibilitati ad avere figli hanno proposto ad una donna incinta di cedergli la nascitura

Nella mattinata di ieri i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trapani hanno dato esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili, in concorso, del reato di alterazione di stato.

L’attività d’indagine, espletata dagli uomini del comando Provinciale Carabinieri di Trapani ha consentito di ricostruire una triste vicenda che vede protagonisti una giovane coppia residente in Provincia e una donna. Nello specifico i due coniugi, impossibilitati ad avere figli, nel dicembre dello scorso anno hanno avvicinato la donna, in attesa di una bimba ed in procinto di partorire, proponendole di cedere loro la nascitura.

Al momento della nascita l’uomo e la madre naturale della bimba si sono poi recati presso l’ufficio anagrafe territorialmente competente attestando falsamente che la bimba era loro figlia, nata al di fuori del rapporto.

Gli accertamenti eseguiti dagli investigatori, avvalorati dalle risultanze emerse dalle intercettazioni eseguite, consentivano di appurare che i coniugi avevano interrotto immotivatamente un percorso formativo avviato presso un consultorio di un presidio ospedaliero locale e finalizzato all’adozione di un bambino e avevano invece accolto con loro, per l’appunto, la bimba nata dalla presunta relazione extraconiugale del marito.

Le successive acquisizioni di testimonianze sia del personale medico che degli assistenti sociali che seguivano la coppia, avallate dagli esami del DNA eseguiti dai Carabinieri del RIS di Messina, permettevano di accertare che la bimba era si figlia della madre naturale ma non dell’ uomo della coppia, il quale, d’intesa con la moglie, aveva per l’appunto concordato di accogliere la neonata con l’intento di realizzare il loro desiderio comune.

Sulla vicenda è stato possibile fare piena luce sia grazie alla costante opera di monitoraggio delle fasce più deboli effettuata dagli uomini dell’Arma nei grandi centri così come nelle piccole realtà sia grazie alla coscienza di alcuni operatori del comparto socio-sanitario, giustamente attenti a tutelare in primis i diritti dei minori.

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