l Coordinamento per la pace di Trapani parla della questione Librizzi che ha recentemente colpito il mondo della Chiesa trapanese. “Un’ ennesima tegola che cade sulla già malconcia credibilità della Chiesa cattolica cittadina, ancora intenta a leccarsi le ferite dopo gli scandali finanziari dell’ex Vescovo Micciché (poi rimosso), e dello spregiudicato Ninni Treppiedi”: queste le dichiarazioni a questo proposito che mostrano amarezza dopo i fatti accaduti.
“La vicenda di Librizzi – accusato di violenza sessuale e concussione – aggiunge ulteriori elementi di infamia a un grumo di potere, quello clericale, le cui responsabilità sono tanto più gravi alla luce della pretesa superiorità morale di cui si ammantano i “pastori di anime”. Prestazioni sessuali in cambio del permesso di soggiorno: questo pretendeva Librizzi, secondo le accuse, dai rifugiati e dai richiedenti asilo che affollavano i tanti centri di accoglienza gestiti dalla Caritas (e da enti a essa collegati) in città e in provincia. Un comportamento odioso che si commenta da sé. Adesso le indagini andranno avanti alla ricerca delle prevedibili coperture di cui godeva il prete Librizzi, dagli ambienti della prefettura a quelli della questura, passando per tutta la filiera istituzionale che da anni si ingrassa sulla pelle degli sventurati che giungono in Europa alla ricerca di una vita migliore”.
Se questa fosse una città normale, la gestione dell’accoglienza agli immigrati, più volte stigmatizzata nelle sue dinamiche dal movimento antirazzista trapanese e siciliano nel corso degli ultimi quindici anni, dovrebbe essere sottoposta a un radicale ribaltamento di senso. Quando le vite e i destini di donne e uomini oggettivamente in difficoltà vengono interamente messi nelle mani di soggetti che esercitano un potere assoluto, gli esiti non possono che essere questi. Certi abusi sono possibili perché i meccanismi della legge li consentono e li agevolano. Intanto, nell’attesa di ulteriori sviluppi, ogni volta che saremo tentati di provare disprezzo per un ragazzo africano che chiede l’elemosina davanti all’ingresso di un supermercato; ogni volta che noteremo con fastidio gruppi di immigrati vagare sperduti tra le strade della nostra città; ogni volta che resteremo incolonnati in macchina maledicendo quei “turchi” che bloccano la strada in segno di protesta; ogni volta che plaudiremo alle proposte di fare autobus per soli immigrati da Trapani a Salinagrande; ogni dannata volta che staremo per lasciarci andare a questi sentimenti ignobili e inumani, dovremo senz’altro ricordarci del prete siciliano Sergio Librizzi”.