“Bonifato: la montagna ritrovata”. Un testo sulle origini della città

Foto3035(1)ALCAMO. E’ stato presentato ieri pomeriggio il libro “Bonifato: la montagna ritrovata”, un lavoro frutto di una sinergia tra le diverse figure nel campo degli studi archeologici. Il testo è il frutto di un’idea del Dott. A. Filippi che con il suo impegno, nel corso degli ultimi dieci anni, è riuscito a coinvolgere e convogliare le forze, non solo degli studiosi nel campo dell’archeologia, ma anche di molti volontari di associazioni che hanno reso possibile le campagne di scavi, susseguitesi nel corso degli anni. Gli studi hanno abbracciato l’aspetto dell’impianto urbanistico esistito sul Monte Bonifato. La travagliata storia del sito non ha reso semplici le ricerche. Come molti ormai sapranno, il sito montano, dove oggi si stende una pineta, era prima una città, con abitazioni, mura e cisterne per la raccolta dell’acqua; alcuni di questi elementi sono ancora visibili, sebbene in molti casi difficilmente riconoscibili o riconducibili a strutture ben identificate. Tutto questo a causa della “riutilizzo” del sito come pineta. Da oggi, però, grazie ad un impegnativo lavoro di questo team di studiosi, si avrà la possibilità di usufruire di uno strumento valido per chiunque volesse approfondire e conoscere meglio il nostro territorio e, con esso, le nostre radici storiche.

Una serie di slide ha illustrato la montagna, dalla fase della sua genesi ai nostri giorni, passando, ovviamente, per una ricostruzione, il più verosimile possibile, dell’abitato medievale nella sua struttura. A fianco degli studiosi Angelo Vitale, e Antonio Bambina, che hanno curato la parte topografica e geologica del sito, di grande importanza è stata la collaborazione dei ragazzi dell’istituto Tecnico Statale “G. Caruso”. Davvero tantissime quindi le energie impegnate in questo lavoro. Presente anche l’assessore alla cultura Selene Grimaudo che nel suo intervento ha fatto notare quanti e quali siano gli sforzi del Comune nel promuovere opere del genere e che in futuro come in passato non mancherà il sostegno e l’impegno da parte sua per promuovere la cultura nel nostro territorio. Una frase del Dott. Filippi racchiude bene il senso di questo lavoro e della direzione che, speriamo, possano incentivare gli studi sul territorio: “Chi scava venendo da fuori (riferito a studiosi anche stranieri), pensa soltanto alla propria carriera. Lo studio del territorio deve coinvolgere lo studioso del posto”.Il pericolo infatti, in tutto questo, è che spesso la gente del posto non venga neanche a conoscenza dell’esito di questi studi stranieri, tanto più che, come accade molto spesso, non vengano tradotti nella nostra lingua rimanendo legati ad una ristretta cerchia degli addetti ai lavori. Non sarà il caso di questo lavoro.

Di  Pietro Pignatiello

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