Chinnici, la cultura della Legalità

Il giudice Rocco Chinnici, fu ucciso con un’autobomba in via Pipitone Federico il 29 luglio del 1983 insieme ai carabinieri di scorta, il maresciallo Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta, e al portiere dello stabile del magistrato, Stefano Li Sacchi.

Il Presidente della Repubblica, Napolitano, per l’anniversario dell’uccisione del giudice, ha voluto esprimere la sua vicinanza ai familiari delle vittime e ha speso bellissime parole ricordando la figura del Giudice Chinnici.

Le commemorazioni hanno visto protagoniste tre città, Palermo (dove fu consigliere istruttore) , Misilmeri (città natale del Giudice) e Partanna (città in cui 12 anni fu pretore).

Chinnici fu il primo a capire che per colpire la mafia si dovevano intaccare gli interessi economici. Considerato il padre del Pool antimafia, chiamò a se, come collaboratori, Falcone, Borsellino e Di Lello. Al pari dell’azione giudiziaria, Chinnici mise in evidenza  l’importanza di combattere la cultura mafiosa e quindi esprimere una cultura diversa; per questo il giudice volle girare molto per le scuole, parlando ai giovani e facendo capire che è più proficuo per tutti vivere e agire nella legalità.

CONDIVIDI
Commenti Facebook
Articolo precedenteAlcamo – Arrestato per la rapina alla Tabaccheria del Viale Europa
Articolo successivoIl Trapani calcio si prepara per la nuova stagione
Eros Bonomo
Eros “Libero” Bonomo, Giornalista siciliano, vive ad Alcamo, il cui lavoro è incentrato su Passione, Rispetto e Indipendenza, così da informare al meglio i cittadini. Grande “divoratore” di Dylan Dog, musica e libri, in particolare di storia politica. Motto: “Non sarai mai solo con la schizofrenia”.