Respinto dalla Cassazione il ricorso per tornare in libertà a Papania e Perricone

La Cassazione ha respinto il ricorso delle difese per far tornare in libertà l’ex senatore Pd, Nino Papania, diventato poi animatore del movimento “Via”, vicino al movimento autonomista dell’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, e l’ex vice sindaco di Alcamo, Pasquale Perricone. I due politici, Papania e Perricone, sono tra i principali indagati di una indagine antimafia condotta nel trapanese dalla Polizia. Inchiesta per la quale nei giorni scorsi la Procura distrettuale di Palermo ha notificato a tutti gli indagati, l’avviso di conclusione delle indagini. L’indagine ha toccato gli aspetti relativi alla riorganizzazione della famiglia mafiosa di Alcamo, e alcuni aspetti sono stati ricondotti a voto di scambio politico mafioso. Reato contestato a Papania e Perricone. E i fatti contestati risalgono alle elezioni regionali del 2022. Le misure cautelari risalgono allo scorso mese di settembre. Le difese di Papania e Perricone, rispettivamente gli avvocati Vito Di Graziano e Saro Lauria, per l’ex parlamentare, e gli avvocati Giuseppe Benenati e Valerio Spigarelli, per Perricone, avevano già ottenuto il riggetto dei ricorsi, per far tornare liberi i propri assistiti, sia dal gip, dopo l’esecuzione degli arresti e i primi interrogatori, e poi anche dal Tribunale del riesame. La Cassazione ha confermato le misure restrittive. Gli altri indagati sono Francesco Coppola, ritenuto dagli investigatori il nuovo capo della mafia alcamese e poi Gregorio Ascari, Giosué Di Gregorio, Giuseppe e Giorgio Benenati, Salvatore Li Bassi, Diego Pipitone a Antonino Minio. Le accuse in generale contestate sono quelle di associazione mafiosa, estorsione e spaccio di stupefacenti, traffico di influenze, violazione di segreto d’ufficio e detenzione illegale di armi.

CONDIVIDI
Commenti Facebook
Articolo precedenteViola il divieto di avvicinamento in manette un 29enne di Pantelleria
Articolo successivoSicilia. “Viaggio nella sanità siciliana”, giorno 2: “Pochi medici e infermieri ovunque