Di Antonella Lipari ed Elisabetta Lipari
Liccumarie, in italiano leccornie, sono cibi particolarmente gustosi, che sollecitano la gola e appagano i piaceri del palato.
La Sicilia è stata crocevia di diverse culture, che la hanno arricchita con le loro tradizioni e i loro prodotti.
La terra sicula vanta numerose prelibatezze, legate alle stagioni dell’anno e alle festività, quest’ultime fortemente intrise di tradizione e religiosità. Anche grazie alle materie locali la cucina nostrana è caratterizzata da sapori intensi e tipici.
La punta di diamante della gastronomia siciliana sono i dolci.
In occasione della festa di Santa Lucia, che ricorre il 13 dicembre, dolce tipico siciliano è la cuccìa.
Lucia era una ragazza di Siracusa e, in quanto cristiana, fu arrestata e torturata, ma non rinunciò alla sua fede. Dopo la morte fu sepolta nelle catacombe che oggi portano il suo nome.
Santa Lucia è la Santa patrona della città di Siracusa ed è la protettrice della vista.
Secondo la leggenda agiografica Lucia, credente e molto fedele alla Parola di Dio e consapevole di avere degli occhi particolarmente attraenti, alla lettura del versetto del Vangelo di Matteo “se i tuoi occhi suscitano peccato, strappali e buttali via”, si cavò gli occhi e li mandò al fidanzato. Di notte Gesù si recò da lei e le restituì la vista, donandole occhi ancora più belli dei precedenti.
Il culto legato a questa Santa non si limita soltanto alla città di Siracusa.
A Palermo, per tale ricorrenza, si mescola la venerazione religiosa e la parte puramente alimentare.
Secondo la tradizione, infatti, la Santa liberò la città dalla morsa della fame a seguito di una carestia, con l’arrivo, al porto, di un bastimento di grano.
Considerata la grande fame cui erano soggetti da tempo, i palermitani decisero di non lavorare il grano per ottenere la farina; per nutrirsi rapidamente si limitarono a bollire il grano e a mangiarlo nella modalità più semplice e veloce.
Da allora, ogni 13 dicembre, in Sicilia, si prepara la cuccìa, diventata una leccornia di questa festività. Si tratta di grano bollito e condito con crema di latte (biancumanciari) o miele o vino cotto o ricotta zuccherata. Tale pietanza è guarnita con i confettini colorati detti riavulicchi o con la scorza candita dell’arancia. E’ possibile arricchire il dolce tipico con cannella o pezzetti di cioccolato, in base ai gusti e alle tradizioni familiari.