Dissalatore di Trapani, interrogazione Ciminnisi (M5S): «Ancora nessuna soluzione concreta a ridosso dell’estate e nessuna programmazione per affrontare la crisi idrica».

TRAPANI. «A due settimane dall’istituzione della cabina di regia per la crisi idrica, e alle porte dell’estate, temo che l’approccio emergenziale e il ritardo si stiano risolvendo in una teoria di pareri di esperti, consulenze e indicazioni accademiche, ma ancora senza soluzioni concrete e praticabili, che sono invece quelle di cui ha bisogno la Sicilia».

Lo afferma la deputata regionale trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi, annunciando una interrogazione sulla riattivazione del dissalatore dismesso di Trapani, sulla quale il Governo regionale aveva dichiarato in un primo momento di voler puntare.

«La riattivazione dei dissalatori dismessi annunciata dal Presidente Schifani, con dichiarazioni alla stampa, alla luce delle ricognizioni tecniche operate nei giorni scorsi appare impraticabile – dice Ciminnisi –. Sarebbero necessari tempi non inferiori a 12 mesi e spesa superiore ai 20 milioni di euro per ciascun impianto. Altrettanto impraticabile pare sia l’acquisizione di dissalatori mobili, difficili da reperire sul mercato per via della lungimiranza di altri Paesi europei che, a differenza della Sicilia, si sono mossi per tempo. Conoscendo la storia di quegli impianti, non era difficile immaginare che, al di là dell’effetto annuncio, queste misure si sarebbero rivelate per quel che sono: specchietti per le allodole che non risolvono l’emergenza».

La deputata regionale trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi, pertanto chiede nell’interrogazione elementi di concretezza, se ve ne siano: «non è ancora chiaro se l’ipotesi di partire dai dissalatori dismessi di Trapani e Porto Empedocle, quale scelta privilegiata a cui sembrava aver puntato il Governo regionale, sia ancora sul tavolo, ma soprattutto non è chiaro sulla base di quale analisi costi-benefici: il rischio è che la montagna partorisca un topolino e, per di più, che la soluzione prospettata, oltre ad essere impraticabile e tardiva negli effetti, sia pure antieconomica. Nel frattempo, l’agricoltura è in ginocchio e i cittadini allo stremo a causa del razionamento delle risorse idriche su tutto il territorio».

«Infine – conclude – non sappiamo quali siano gli altri interventi programmati per affrontare la crisi idrica. Questo Governo procede a tentoni e non c’è ombra di soluzioni reali all’orizzonte».

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