Trapani, appalti e bancarotte: due imprenditori condannati, sette assolti

L’accusa regge per la bancarotta della società consortile Nettuno. Il tribunale di Trapani, presieduto da Daniela Troja, ieri ha condannato Rosario Agnello e Domenico Parisi a tre anni e sei mesi di reclusione ciascuno.

Cadono una serie di altre ipotesi di reato (tra cui la bancarotta della società cooperativa Cea) che rendono meno pesante la condanna per Parisi e Agnello e fanno scattare l’assoluzione per Santo Frazzitta (avvocato Massimo Benenati), Tiziana Piazza (avvocati Franco Galfano e Luigi Laudicina), Maria Claudia Grillo (avvocato Massimo Zaccarini), Salvatore Fratello (avvocato Sebastiano Dara), Pasquale Russo (avvocato Roberto Mangano), Pasquale Perricone (ex vice sindaco di Alcamo e storico esponente del partito socialista, assistito dagli avvocati Massimo Benenati e Ferruccio Marino), Girolama Maria Lucia Perricone (avvocati Giovanni Lentini e Giuseppe Junior Ferro). L’inchiesta era nata una decina di anni fa dai lavori di potenziamento del porto di Castellammare del Golfo. Dopo il sequestro la società Nettuno fu dichiarata fallita. L’ipotesi era che Perricone avesse creato un comitato di affari riuscendo a mettere le mani su una serie di commesse pubbliche. Nel caso di Nettuno (Agnello era presidente del consiglio di amministrazione) nelle casse del consorzio non sarebbero finiti pagamenti per 539 mila euro, distratti con prelievi in contanti e assegni.

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