La diffamazione corre sui social

Avvocato preso di mira e diffamato sulle pagine social. E’ l’avvocato Nino Sugamele. Una vicenda originata nel 2018 da un articolo sul “Fatto Quotidiano” a firma di Selvaggia Lucarelli, riferito proprio all’avvocato Sugamele, a proposito di una diatriba insorta tra avvocati durante una udienza: la giornalista (querelata e sotto processo a Milano) lo ha esplicitamente paragonato al personaggio televisivo “Saul Goodman”, dedito, nella fiction, nello svolgimento della sua attività professionale, ad attività illecite collegate anche alla criminalità e poste in essere in spregio di qualsiasi regola deontologica e morale. L’articolo divenne oggetto di un post su Facebook da parte dell’avvocato catanese, Enzo Trantino (attuale sindaco di Catania), intervento a sua volta commentato da altri frequentatori del social. Da qui un primo processo, davanti al giudice Nodari, dal quale l’avv. Trantino è uscito assolto, mentre vennero condannati Giovanni Donzelli, Giancarlo Di Giulio, Anna Maria Delle Noci e Angelo Barbuscia Angelo. Un altro processo sempre per diffamazione dell’avvocato Sugamele si è concluso dinanzi al giudice Badalucco con le condanna degli avvocati Gianluca Asciutti del foro di Catania, Alberto Varano e Pierluigi Serra del foro di Napoli. Adesso è in corso un nuovo processo stavolta davanti al giudice Franco Messina dopo la citazione diretta in giudizio di otto imputati, tra gli altri, docenti universitari, avvocati, un giornalista. A disporre il giudizio, per il reato di diffamazione aggravata, è stato il pm Antonio D’Antona. Imputati sono Elisabetta Zanolin (Verona), Giordano Grilli (Roma), Bartolomeo Iacono (Scicli), Marco Perugini (Pescara), Brunella Vedani (Torino), Rita Mariani (Bari), Paola Gorgone (Catania), Francesca Trova (Alghero). Pesanti i commenti, ritenuti diffamatori dal pubblico ministero, del genere “perché lo continuate a chiamarlo avvocato”, o ancora “non esiste più il senso del ridicolo”, “qui siamo al manicomio”, oppure “azzeccagarbugli 2.0”, “sanguisugamele”. In tutti i giudizi l’avvocato Nino Sugamele, al quale sono stati riconosciuti diritti risarcitori nei processi conclusi, è stato difeso dall’avvocato Benedetto Ruggirello.

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