La procura di Perugia indaga su una potenziale centrale di dossieraggio abusivo all’interno della Direzione nazionale antimafia

Un militare della Guardia di Finanza è sotto inchiesta per accesso abusivo a sistema informativo.

L’inchiesta, partita dopo la denuncia del ministro della Difesa Guido Crosetto in seguito a un articolo del giornale Domani, è seguita dal procuratore capo Raffaele Cantone.

Il militare iscritto nel registro degli indagati, le cui iniziali come scrive La Verità sono P. S., lavorava fino a poco tempo fa nel Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Gdf insieme ad altri due colleghi. Nel mirino ci sono le Sos, ovvero le Segnalazioni di Operazioni Sospette che arrivano da Bankitalia alla Dna.

La procura sospetta che il militare sulla base di evidenze che ritiene inequivocabili, ha interrogato il sistema informatico interno per scaricare atti riservati senza autorizzazione. Ora l’ufficiale non lavora più in quegli uffici e il procuratore nazionale Giovanni Melillo è già intervenuto con una profonda riorganizzazione del settore.

Nell’autunno scorso il quotidiano Domani pubblica un articolo in cui svela che tra il 2018 e il 2021 il neo-ministro della Difesa Guido Crosetto ha percepito quasi due milioni di compensi da Leonardo, la società parastatale che si occupa di armamenti, grazie alla sua attività di consulente o intermediario attraverso le aziende di cui faceva parte prima di entrare al governo. Guadagni leciti dietro i quali però, sosteneva il giornale, emergeva un conflitto d’interessi con il nuovo incarico. Negato da Crosetto, che dopo aver annunciato querele ha presentato un esposto alla Procura di Roma. L’inchiesta parte da qua.

Come riportano La Repubblica e il Corriere della Sera il militare viene perquisito e poi sentito: nega ogni irregolarità, ammette il fatto ma spiega che le interrogazioni al sistema venivano effettuate abitualmente dal suo ufficio per motivi di servizio. Gli investigatori scoprono che sulla stampa sono finite solo alcune delle centinaia di interrogazioni alla banca dati che risultano dai log digitali fatte nell’ufficio della Dna. Ricerche non giustificate né da una richiesta a monte, né da una relazione a valle: nessuno per motivi di indagine chiedeva di scaricare quelle Sos, erano dunque solo un accumulazioni di dati riservati.

fonte: lastampa.it

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