Fazio, “ha fatto mercimonio della propria carica politica”

Processo “Mare Monstrum”: da ieri la requisitoria dei pm Belvisi e Sardoni

L’ultimo capitolo dell’atto di accusa contro l’avvocato Girolamo Fazio, ex sindaco di Trapani ed ex deputato regionale, vice presidente della Commissione regionale antimafia nella legislatura durante la quale a presiederla fu l’attuale ministro Nello Musumeci. Ieri i pm hanno cominciato la requisitoria che verrà conclusa oggi. Fazio venne arrestato dai Carabinieri nel 2017, durante la campagna elettorale che lo rivedeva in pista per la carica di primo cittadino a Trapani. Era tra gli indagati eccellenti dell’inchiesta “Mare Monstrum”, quella sulla cosiddetta “tangentopoli del mare”, dove vennero coinvolti Vittorio ed Ettore Morace, padre e figlio, gli armatori della compagnia leader nella navigazione veloce Liberty Lines. Mazzette alla Regione in cambio di favori sui contributi pubblici elargiti per le tratte navali dalla Sicilia verso le isole minori. Fazio è imputato davanti al Tribunale di Trapani per i reati di corruzione, traffico di influenze illecito e violazione di segreto d’ufficio. Un processo che ha impiegato circa quattro anni per giungere oggi alla fase finale. I pubblici ministeri, Franco Belvisi e Brunella Sardoni, hanno ieri cominciato a esporre la requisitoria davanti al collegio presieduto dal giudice Vincenzo Agate (a latere Bandiera e Cantone). La requisitoria che è durata per tutta la giornata di ieri continuerà stamane per concludersi, con le richieste finali, nella tarda mattinata. Ma già ieri mattina i pubblici ministeri hanno anticipato che la conclusione sarà una richiesta di condanna, “Fazio – ha detto il pm Franco Belvisi – ha fatto mercimonio della propria carica politica orientando a favore della compagnia di navigazione l’azione della Pubblica Amministrazione …non ha tutelato mai interessi pubblici e collettivi ma quelli di un privato”. La vicenda processuale gira attorno ai bandi della Regione per concedere i contributi ai collegamenti veloci. Una inchiesta scattata dopo la denuncia della dirigente regionale del dipartimento Mobilità, Dorotea Piazza, che prese il posto della rimossa Salvatrice Severino, imputata in un altro troncone della stessa inchiesta, processo incardinato pure davanti al Tribunale di Trapani. I segreti di questi affari, ha sottolineato il pm Belvisi, “svelati dalle intercettazioni”. Un rapporto “malato” quello tra Fazio e i Morace, fatto di “reciproche convenienze economiche…rapporto dare /avere in denaro”. Tra gli episodi citati dall’accusa quelli relativi alla bloccata nomina a consulente della commissione Trasporti dell’Ars del comandante Prestigiacomo, la scoperta nel possesso di Ettore Morace di documenti classificati come riservati nell’archivio della commissione antimafia (esposti anonimi arrivati sul conto anche di Morace), la decisione di rivolgersi all’ex presidente del Cga, il giudice romano Raffaele De Lipsis, per orientare i giudici amministrativi di appello nell’accogliere un ricorso contro una sentenza del Tar che dichiarava soccombenti i Morace contro la Regione: “serviva un giudice – ha evidenziato ancora il pm Belvisi – per entrare nell’intimità di quella camera di consiglio”. Ripercorrendo le dichiarazioni rese nel corso del processo dall’imputato Fazio (presente in aula, difeso dagli avvocati Michele Cavarretta e Lillo Fiorello), il pm le ha definite “sprezzanti negazioni della realtà…la spregiudicatezza nel negare è stata pari ai comportamenti tenuti per compiere questi atti”. Oggi la prosecuzione, a settembre discuterà la difesa.

CONDIVIDI
Commenti Facebook
Articolo precedenteDomani si parte con la rassegna Conversazione d’Autore a Scopello
Articolo successivoHanno tentato di vendere documenti segreti di Messina Denaro a Fabrizio Corona: arrestati
Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.