Borsellino: legale figli, antimafia rischia strumentalizzazione

Trizzino: Credo rapporto mafia-appalti abbia accelerato strage

Non crede che Paolo Borsellino sia stato ucciso perché si oppose alla trattativa Stato-mafia, ritiene, invece, plausibile che dietro l’accelerazione della strage del 19 luglio ’92 possa esserci l’interesse mostrato dal magistrato per il rapporto mafia-appalti del Ros dei carabinieri.

A una settimana dal trentunesimo anniversario della strage di via D’Amelio, l’avvocato Fabio Trizzino, legale dei figli di Borsellino e marito della primogenita Lucia, se la prende con il movimento delle Agende rosse, che sembra “non rassegnarsi” al fatto che la trattativa Stato-mafia “giudiziariamente non è stata accertata”. Quanto alle divisioni all’interno dell’antimafia (il 19 luglio ci sarà una manifestazione alternativa a quella istituzionale), Trizzino ritiene che “vada superata una logica di contrapposizione. Ho l’impressione che i movimenti antimafia possano essere oggetto di una strumentalizzazione da parte di chi ha interesse, una volta viste cadere determinate ricostruzioni, a insistere. Mi chiedo se le Agende rosse siano veramente al servizio della ricerca della verità, oppure se sono innamorate di una tesi, quella della trattativa, in maniera dogmatica”. Sui progetti di riforma della giustizia, l’avvocato pensa che “la politica debba restare fuori dal 19 luglio. Nel nostro Paese esiste un problema reale di riequilibrio dei poteri: l’atteggiamento di una parte della magistratura ha esondato. Chi è al governo, legittimamente eletto, ha il diritto di fare una riforma della giustizia”.
Trizzino lamenta che nella scorsa legislatura la sua audizione in commissione Antimafia, “auspicata dall’allora presidente Nicola Morra, non ha trovato tempi e modi per essere realizzata. Forse perché le tesi portate avanti dalla famiglia Borsellino venivano ritenute non in linea con una certa narrazione? L’attuale presidente della commissione, Chiara Colosimo, ha invece subito manifestato la sua disponibilità alla mia audizione”. Infine, Trizzino si chiede “perché il Csm abbia reso noto solo di recente le audizioni dei magistrati di Palermo fatte dopo la strage di luglio.In quelle testimonianze c’è il racconto del nido di vipere in cui si trovò a lavorare Borsellino”.

Da: ANSA

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