Conclusa la prima edizione del Trapani Film Festival

Si è conclusa la prima edizione del Trapani Film Festival, festa del cinema, che è andata in scena dal 22 al 25 giugno alla Casina delle Palme. Da un’idea della 3 PointsProductions diretta daFrancesco Torre, Michael Carlo Allen e Giuseppe Gentile, la kermesse ha visto il patrocinio e la co-produzione dell’Amministrazione comunale guidata da Giacomo Tranchida e dell’Assessorato allo Spettacolo diretto da Rosalia d’Alì.

Quattro giorni di proiezioni, con 19 film in gara su circa 100 produzioni candidate, concerti, talk, tanti ospiti e circa un migliaio di presenze cresciute di serata in serata, segno che il pubblico trapanese e non solo, è riuscito ad affezionarsi e ad apprezzare il neonato Trapani Film Festival.

“Ringraziamo il pubblico che ha partecipato alla prima edizione del TFF – affermano i direttori artistici Torre, Allen e Gentile -. E’ la base per fare sempre meglio e metterci già a lavoro per il prossimo anno. Un ringraziamento speciale va a tutto lo staff impegnato in questi 4 giorni di Festival, agli sponsor, i media partner e al Comune di Trapani sempre presente, non facendoci mancare il proprio supporto, intervenendo logisticamente quando abbiamo avuto bisogno. E’ segno che si può lavorare bene, è segno di crescita. Siamo felici inoltre – aggiungono – che a vincere siano stati prodotti cinematografici con forti contenuti sociali e attuali come Ciurè, che parla di diritti LGBTQ+”.

La manifestazione è stata presentata da Sabina Braschi con il supporto del critico cinematografico Davide Stanzione, presidente della Giuria esaminatrice dei film in gara. Sul red carpet l’accoglienza della modella Giordana Pieri.

* Questi i film vincitori per categoria: Miglior Lungometraggio, “Ciurè”, Miglior Cortometraggio “Shadow Puppets”, Miglior Documentario “Io ci provo”; Trinacria Award al film “Ri-Scossa”, Premio Città di Trapani a “Nu Uwa”, Fame di Film a “Story of a lunch break”.

I vincitori hanno ricevuto in Premio un “Cristallo di sale” realizzato da Sosalt.

Ad alternarsi sul palco in 3 giorni sono stati: Simona Malato, Paolo Briguglia, Maurizio Bologna, Claudia Gusmano, Dario Aita, Vincenzo Pirrotta, Rosaria Lisma, Filippo Luna, Lucia Sardo, il cantautore e autore Kaballà, il conduttore Diego “Zoro” Bianchi. Presenti anche Anita Pomario e Fabio Orso; in collegamento sono intervenuti Fabrizio Ferracane e Stefano Fresi. Hanno portato il loro saluto al TFF con un video-messaggio, Ficarra & Picone.

* “Ciurè”: Dura la vita nella Palermo di periferia: Salvo è un giovane padre che per mantenere il figlio si arrabatta tra impieghi di fortuna e faccende criminal-grottesche. Quando la spirale di violenza gli si ritorce contro, si imbatte in Ciurè, una ballerina transgender che va in suo soccorso spalancandogli le porte di un caleidoscopico night club gay dove si esibisce tutte le sere.

“Shadow Puppets”: Un prigioniero trova un modo nuovo e pericoloso per suscitare gioia nella sua vita altrimenti banale.

“Io ci provo”: Antonello sente il peso delle responsabilità, va in palestra e sa bene quali siano i suoi obiettivi. Uno di questi è prendere la patente, che poi vuol dire anche diventare grandi agli occhi di tutti. Francesco conosce bene la sua voce e la usa per doppiare i suoi personaggi preferiti, vorrebbe fare il doppiatore. Denis si tatua la pelle, ha una passione per la cucina e suona la chitarra elettrica e Adis sa riparare computer e gli piace fare il fonico in una piccola web radio. C’è un altro Francesco, poi, che dice sempre “Il mio corpo è fatto del cento per cento di acqua salata”. Sa guidare la barca e spesso lo fa andando incontro alle onde. Forse, lui è il mare. Cosa hanno in comune questi ragazzi? Sicuramente la voglia di realizzare i propri sogni nonostante tutto.

“Ri-Scossa”: Un docu-film sulla storia di Gibellina, borgo rurale della Sicilia occidentale situato nella Valle del Belìce, cancellato prima dal terremoto del 1968 e successivamente dallo Stato, prima con la definitiva distruzione di paesi favorendo l’emigrazione di massa, poi con l’abbandono delle persone rimaste nelle baracche per un decennio, e infine con lo scherzo della ricostruzione. Un’odissea che ha generato un tumulto nell’animo delle persone che si sono battute strenuamente per il diritto alla ricostruzione, avvenuto in altri luoghi senza nemmeno pensare all’identità sociale e culturale che è stata spazzata via.

Il sindaco Ludovico Corrao coinvolse i più importanti artisti dell’epoca per promuovere una rinascita attraverso la memoria espressa con l’arte e soprattutto con il teatro sulle rovine, trasformato nel Cretto da Alberto Burri. Gibellina, dopo la morte di Corrao, è una realtà sospesa nel tipico dramma in cui le cose si interrompono e prevale il degrado, una metafora universale che si estende in tutta Italia.

“Nu Uwa”: Casa è dove le tue mani lavorano sodo per costruire qualcosa. Da sette anni Stephen si sta costruendo una nuova vita in Sicilia, lavorando, studiando, lottando per i suoi diritti. Allo stesso modo le api lavorano duramente ogni giorno per costruire il loro alveare, la loro casa, seguendo l’eterno processo della Natura. Prendersi cura di questi piccoli insetti diventa per Stephen un balsamo per lo spirito, un modo per affermarsi.

“Story of a lunch break”: Un lavoratore attende una telefonata importante durante la pausa pranzo.

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