Messina Denaro e il giallo del selfie in clinica

In una foto i sorrisi durante le cure. I racconti dei pazienti: «Mandava messaggi a tutti»

Al momento è un giallo. Ma quella foto che rimbalza nelle chat, se confermata, racconterebbe molto meglio di tante parole gli ultimi tempi da latitante di Matteo Messina Denaro. Un signore, dice chi frequenta la clinica in cui è stato arrestato, gentilissimo, elegante, col parlare forbito seppure con un accento trapanese, spesso col foulard al collo come appare in una vecchia foto in possesso degli investigatori. Insomma, un vero e proprio dandy, così com’era stato descritto nella leggenda che ha accompagnato la sua latitanza.

Messina Denaro era arrivato alla Maddalena nel gennaio 2021. Il 13 novembre 2020 era stato operato per un cancro al colon nell’ospedale “Abele Ajello” di Mazara del Vallo. Il boss, alias Bonafede, aveva un medico curante a Campobello di Mazara che sicuramente gli ha fatto una prescrizione di accompagnamento. Nella clinica palermitana i medici gli hanno fatto una risonanza magnetica scoprendo che metastasi al fegato.

Il “male” non è stato estirpato. Cominciano allora quattro cicli di chemio da gennaio ad aprile sul paziente che risulta pesare 68 kg per 177 cm di altezza. Il 4 maggio 2021 viene operato per la resezione di alcune metastasi. Lui si raccomanda prima dell’intervento: «Forza dottore ce la facciamo. Mettetemi a posto che devo tornare in palestra». Poi ringrazia appena si risveglia. E lascia pure della latte di olio extravergine di oliva per i sanitari. Per loro è un paziente come tutti gli altri. Alcuni si fanno pure dei selfie con lui. Cominciano quindi altri cicli di chemioterapia: 12 nel 2021 e 10 nel 2022. E deve continuare anche quest’anno.

Ma com’era Messina Denaro secondo chi lo ha visto e ha parlato con lui in questi anni per ragioni professionali mediche senza sapere che fosse il ricercato numero uno d’Italia? Un uomo elegante, che in reparto aveva la giacca da camera, metteva soprabiti in pelle con camicie stile hawaiano, parlava del suo amore per le donne. Aveva detto di avere due figlie che però vivevano fuori e di non avere altri parenti. Le restrizioni per il Covid non hanno fatto peraltro sorgere sospetti durante il ricovero perché l’uomo non riceveva visite in quanto i familiari non sarebbero potuti entrare.

Anche i pazienti che lo hanno conosciuto lo ricordano come una persona affabile. A una donna che faceva chemio con lui avrebbe pure chiesto il numero di cellulare. «Stavamo nella stessa stanza – ha raccontato – era una persona gentile, molto gentile». E poi aggiunge: «Ci sono anche mie amiche che hanno il suo numero di telefono, lui mandava messaggi a tutti. Ha scambiato messaggi con una mia amica fino a questa mattina».

fonte lastampa.it

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