Scrigno, il giudizio di appello

Decisi aumenti di pena. Colpiti i fratelli Vrirga, l’ex consigliere comunale Orlando e l’imprenditore Martines. Arriva la condanna per il pacecoto Carmelo Salerno

Dieci condanne per centodieci anni di carcere erano stati chiesti dal sostituto della procura generale, il pg Carlo Marzella. E oggi pomeriggio è arrivata la sentenza pronunciata dalla Corte di Appello di Palermo che ha ridimensionato le richieste della Procura generale. Sette condanne per complessivi sessantacinque anni e sei mesi. Si tratta del troncone dell’indagine antimafia denominata “Scrigno” che ha riguardato gli indagati che hanno chiesto il rito abbreviato. Dinanzi al Tribunale di Trapani è ancora in corso invece il procedimento col rito ordinario per gli indagati che non hanno scelto riti alternativi.

Francesco Virga

Tra questi c’è l’ex deputato regionale del Pd, Paolo Ruggirello. La Corte di Appello di Palermo ha condannato il pacecoto Carmelo Salerno, che in primo grado era stato assolto. Per Salerno, il cui nome è da ultimo comparso nell’indagine antimafia Hesperya di qualche giorno addietro, contro di lui l’accusa di aver gestito un maxi traffico di cocaina, i giudici hanno accolto la richiesta del Pg, infliggendo dodici anni. Aumentate le condanne inflitte in primo grado a Franco e Pietro Virga, figli dell’ergastolano Vincenzo Virga. I fratelli Virga furono condannati a otto anni. Adesso Pietro Virga è stato condannato a diciannove anni e quattro mesi, suo fratello Franco a sedici anni e otto mesi. Condanna altrettanto pesante per l’ex consigliere comunale del Psi di Trapani, Franco Orlando, contro di lui, condannato in primo grado a cinque anni e quattro mesi, è arrivata la pronuncia per dodici anni e otto mesi. Aumento di pena anche per Michele Martines, passato dai cinque anni e quattro mesi a tredici anni e quattro mesi. Pena ridotta per Francesco Russo, un anno rispetto ai quattro anni del primo grado. La Corte rideterminando il capo di imputazione, ha condannato a un anno Jacob Stelica, nonostante la richiesta di assoluzione

Pietro Virga

del sostituto procuratore generale. In primo grado era stato condannato a quattro anni. Per Stelica e Russo i giudici hanno dichiarato la sospensione condizionale della pena e revocato ogni misura cautelare. Non sono state accolte le richieste della Procura generale nei confronti di Mario Letizia e Francesco Paolo Perlata, per i quali erano stati chiesti dodici anni rispetto agli otto anni e quattro mesi del primo grado, per Giuseppe Piccione, nove anni e otto mesi era stata la richiesta (8 anni la condanna precedente). Non cambia la sentenza per Pietro Cusenza, 8 anni e 4 mesi: Cusenza tra gli arrestati del blitz antimafia Scrigno, fu l’unico a rendere dichiarazioni sopratutto sulla compravendita di voti durante le elezioni amministrative di Erice del 2017. Non accolta la richiesta di condanna per il professore Franco Todaro e per Tommasa Di Genova.

Franco Orlando

L’indagine antimafia denominata “Scrigno”, fu il risultato di una approfondita indagine del Nucleo Investigativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Trapani, coordinata dalla Procura Distrettuale di Palermo e che nel marzo 2019 vide l’arresto di diversi personaggi già riconosciuti, per sentenze già passate in giudicato, quali appartenenti alla cosca mafiosa di Trapani, come i fratelli Franco e Pietro Virga, l’ex consigliere comunale Franco Orlando, ma anche arresti eccellenti come quelli dell’ex deputato regionale Paolo Ruggirello. Per i due fratelli Virga e per Orlando la sentenza di oggi pomeriggio conferma il loro ruolo al vertice della cosca trapanese al vertice di un crocevia di interessi tra mafia, politica e imprenditoria.

Alcuni degli indagati scelsero di essere giudicati col rito abbreviato, e nel novembre 2020 il gup Filippo Serio, ridimensionando di parecchio le richieste di condanna dei pubblici ministeri, condannò quattordici dei diciannove imputati, complessivamente a 70 anni di carcere, assolvendone cinque, tra questi l’ex assessore comunale di Trapani Ivana Inferrera.
La sentenza di oggi pomeriggio ha rivisto anche le decisioni del giudice di primo grado su alcuni dei risarcimenti alle parti civili costituite.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.