A Ronciglio vietato attraccare

Trapani, mentre si parla di cambiare volto al porto della città, le nuove banchine restano in parte inutilizzate

Non è una esagerazione scrivere che da almeno mezzo secolo si parla di escavazione dei fondali e di tante altre cose per migliorare il porto di Trapani. Un po’ come la Colombaia, il castello che si affaccia sul porto, ex carcere borbonico, la cui ristrutturazione e riutilizzo fanno parte della storia, parolaia, di questa città. Appunto. Il comune denominatore è lo stesso di sempre, la politica delle parole, delle promesse, se fossi un legislatore inserirei una norma per tassare le promesse, tasse da pagare quando le promesse restano non mantenute. Penso ancora al 2005, quando intanto dal XX si era arrivati all’odierno XXI secolo, nei giorni in cui arrivavano in città le barche della Coppa America, si disse che era l’occasione per far cambiare volto al porto di Trapani, il vento e la vela avrebbero fatto il miracolo. Come è finita è cosa nota, e, per esempio, niente escavazione, decenni per costruire le nuove banchine, nessun nuovo cantiere navale, anzi quelli che c’erano furono chiusi e travolti dal fallimento, uno di essi oggi, l’ex CNT, è una discarica a cielo aperto, è stata aggiudicata una nuova assegnazione dell’area, ma l’aggiudicatario non si è visto a Trapani nemmeno per un solo secondo. Erano gli anni dell’autorità Portuale di Trapani che venne creata, si scoprì, falsificando i numeri del traffico, e che era soltanto il giocattolo per certuni. Bisogna riconoscere che oggi molte cose sono cambiate e l’Autorità Portuale di Sistema su Trapani sta facendo precise scommesse, alcuni progetti sono stati realizzati, l’area per i passeggeri, la nuova stazione marittima, adesso c’è il progetto per rifare per intero l’intera area portuale. Bene, bello a vedersi. Ma ci sono intanto problemi che vanno risolti.

Banchina Ronciglio per esempio. Si tratta delle banchine che dovevano essere già pronte in occasione della Coppa America, ma è cosa nota che questo non accadde per una serie di malefatte, dagli appalti controllati dalla politica, dagli imprenditori vicini o collusi con la mafia, dall’assenza delle valutazioni di impatto ambientale, dal cemento depotenziato, tanto che hanno dovuto rifare per intero le strutture e utilizzare il ferro buono. Le banchine oggi non vengono usate per intero, e questo resta quasi un mistero. Si dice che una parte delle banchine se usate farebbero danno alla vicina riserva delle saline. La riserva è gestita da sempre dal WWF, associazione ambientalista che ai tempi della Coppa America si era detta disponibile a concedere il nulla osta ad usare alcune vasche di saline prossime a Ronciglio per raccogliere i fanghi e i detriti delle poche escavazione fatte. Per fortuna questo non avvenne, ma non fu merito certo del WWF. Intanto in quei giorni del 2005 nessuno si accorse che il molo di Isolella, rifatto per diventare la base operativa dei team velici in gara, veniva riempito con residui anche pericolosamente inquinanti.

Torniamo a Ronciglio. La notizia non trova conferme precise, ma “radio porto” fa sapere che per un “no” o un “silenzio” del gestore della riserva delle Saline, Trapani ha perduto una commessa che avrebbe potuto offrire lavoro a molti portuali. A Ronciglio doveva venire ad attraccare, sembra, una piattaforma, quelle usate per le ricerche in mare, Trapani doveva diventare la sua base operativa, l’approdo era perfetto nel tratto delle banchine di Ronciglio più vicine all’ingresso del porto. Ma quella piattaforma, per le sue dimensioni, secondo i naturalisti poteva arrecare danno all’eco sistema della vicina riserva, e quindi la commessa è saltata. Anzi è stata questa l’occasione per comprendere le ragioni per le quali questo tratto delle banchine di Ronciglio sebbene pronte all’uso sono rimaste sempre inutilizzate. Si è così aperta una vertenza, e il WWF che nemmeno si era presentato a Palazzo D’Alì quando il presidente dell’Autorità Portuale di Sistema, Pasqualino Monti era venuto a presentare il progetto per il nuovo porto, adesso si è deciso a presentarsi in prefettura, convocato dal prefetto Filippina Cocuzza. Nella sede della prefettura pare che Pasqualino Monti, la direttrice della riserva delle saline di Trapani dott.ssa Silvana Piacentino, il WWF rappresentato dall’avv. Ciulla ed il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida, avrebbero finalmente raggiunto un accordo che dovrebbe prevedere l’istituzione di un tavolo tecnico permanente e comunque un’intesa che avrebbe come finalità quella di permettere al porto di Trapani di realizzare tutti gli investimenti necessari per il suo sviluppo, nel rispetto ,comunque, degli interessi legittimi della riserva delle saline. Non tutto è risolto ma almeno si è mosso un primo passo. “Sono ben lieto di verificare l’inizio di un dialogo costruttivo che sembrerebbe essere ben avviato tra Autorità Portuale, riserva delle saline, WWF e sindaco di Trapani – commenta l’avv. Gaspare Panfalone, vice presidente della Riccardo Sanges & c. storica agenzia marittima, terminal operator, ed impresa portuale operante nel porto di Trapani – Oggi, probabilmente, si può essere ottimisti per il futuro del nostro amato porto”. Panfalone però non indugia a mettere il dito nella piaga. In attesa di tutto quello che il progetto dovrà dare di nuovo per il porto, bisogna affrontare intanto ciò che è sotto gli occhi di tutti: “Ritengo – dice Panfalone – che dalle parole bisogna passare ai fatti e che quindi il dialogo deve diventare immediatamente operativo. Come operatori di questo porto abbiamo il dovere quindi di segnalare a tutta la comunità trapanese, alla sua classe dirigente ed alla politica oggi impegnatissima nella campagna elettorale per le elezioni del 25 settembre, quella che per noi continua ad essere una vergogna nazionale e cioè la mancata consegna al pubblico della nuova banchina Ronciglio. Pur essendo ultimata da più di 12 anni, non è ancora operativa e non può essere usata dagli operatori che hanno la necessità commerciale di usarla. Il danno per il mancato utilizzo di un bene pubblico che è costato decine di milioni di euro è enorme. Il porto deve crescere ed a mio parere non c’è più tempo per le chiacchiere, gli investimenti pubblici così importanti devono produrre reddito e e soprattutto nuovo lavoro, risorsa fondamentale per la nostra città”. Panfalone pone una domanda precisa: “Da operatori di questo porto desideriamo sapere se mai la banchina sarà consegnata e soprattutto quando ?”

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.