Beni confiscati: lavoratori attendono da anni il pagamento degli stipendi

Domani sit-in degli ex lavoratori della Siciliana inerti e bituminosi

TRAPANI. È una vertenza ancora aperta, lunga quasi tredici anni, quella degli ex lavoratori della “Siciliana inerti e bituminosi”, l’azienda confiscata dallo Stato a Tommaso “Masino” Coppola, arrestato nel 2005 e condannato per mafia per aver pilotato appalti per conto del boss latitante Matteo Messina Denaro.

La Fillea Cgil ha proclamato per domani, con inizio alle 10, un sit-in di protesta dinnanzi la sede della Prefettura di Trapani per rivendicare il diritto degli ex lavoratori al pagamento degli stipendi.

Chiusa nel 2013 dall’ Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati, la “Siciliana inerti e bituminosi” è stata dichiarata fallita dal tribunale nel 2014, anno a partire dal quale i lavoratori attendono il pagamento, da 18 a 24 mesi, degli stipendi, a cui si aggiunge anche il Tfr.

“La situazione dei lavoratori della Siciliana inerti e bituminosi è scandalosa – dice il segretario provinciale della Fillea Cgil Enzo Palmeri – chiederemo alla Prefetta di essere ricevuti, insieme a una delegazione di lavoratori, perché è necessario trovare una soluzione a una vertenza che si trascina da anni e a una situazione che per i lavoratori è diventata drammatica. Tra l’altro – conclude il segretario Palmeri – adesso che l’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati ha, recentemente, venduto quattro villette, che facevano parte del patrimonio confiscato a Tommaso Coppola, chiediamo che con il ricavato vengano pagati gli stipendi e il Tfr agli ex dipendenti”.

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