Revocata confisca per “Casa Felicia”: “Restituirla al figlio di don Tano una grande sconfitta”

CINISI. “Dare a Leonardo Badalamenti, figlio di Don Tano, le chiavi di Casa Felicia, sarebbe una grande sconfitta per Cinisi, per le giovani generazioni e per chi ha sacrificato la vita nella lotta alla mafia”. Ad affermarlo in una nota congiunta “l’Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato – Centro Impastato – No mafia memorial e l’Associazione Peppino Impastato”.

Casa Felicia è stata confiscata a Gaetano Badalamenti, boss di Cosa Nostra mandante dell’omicidio di Peppino Impastato, e assegnata nel 2010 al Comune di Cinisi dall’Agenzia nazionale per i beni confiscati. Da rudere quale era, fu ristrutturata con quasi 400 mila euro di fondi europei ottenuti attraverso il Gal Castellammare del Golfo. Adesso, dopo più di dieci anni, la confisca è stata revocata.

“Se c’è stato un “errore” – affermano da “Casa Memoria” – vogliamo capire chi ne ha la responsabilità, anche perché questo ha determinato la spesa di molti soldi pubblici per una ristrutturazione che andrebbe a beneficio di Leonardo Badalamenti. Tutto ciò ci sembra un pessimo segnale da parte delle Istituzioni, col rischio che si perda la fiducia nello Stato e nella Giustizia, quella che si basa sulla difesa del bene comune e non su “errori tecnici o burocratici” che non cambiano la sostanza di ciò che rappresenta il bene in oggetto e soprattutto non cambia la sostanza di quello che fu il potere mafioso di Gaetano Badalamenti nel territorio di Cinisi, simboleggiato anche dal suo patrimonio”.

Leonardo Badalamenti nell’Agosto del 2020, con la scusa di rivendicare un suo diritto, aveva rotto le serrature di questo immobile per appropriarsene con la forza. Pochi giorni dopo fu arrestato dalla DIA su un mandato di cattura internazionale emesso nel 2017 dall’autorità giudiziaria di Barra Funda (Brasile) per associazione criminale finalizzata al traffico di stupefacenti e falsità ideologica. Nel maggio 2021 gli fu negata l’estradizione in Brasile (richiesta per l’esecuzione di una condanna a 5 anni e dieci mesi emessa dal Tribunale di San Paolo), seguì la scarcerazione.

“A gennaio del 2021 il Comune – sottolineano – ha dato a Casa Memoria Impastato la gestione del bene, che da allora è stato visitato da centinaia di giovani e vi sono state svolte iniziative culturali. Poi l’improvvisa notizia arrivata al Comune di Cinisi con sole 24 ore di anticipo: l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata aveva notificato la revoca della confisca e le operazioni di immissione in possesso erano fissate per il 25 Febbraio, appuntamento rinviato, per motivi tecnici, al 29 Aprile; il Comune con una delibera ha dichiarato la volontà di mantenere la proprietà e il possesso del bene e di avvalersi della facoltà della restituzione per equivalente secondo le forme e i modi previsti dall’art. 46 del D.lgs. n.159/2011 e s.m.i. Per quanto ci riguarda, dichiariamo l’intenzione di porre in atto la nostra resistenza affinché questo bene non ritorni a Leonardo Badalamenti. Non sapremmo come spiegare ai tanti giovani che incontriamo e a cui parliamo di lotta alla mafia, questa triste sconfitta per la società civile, un modo di procedere delle Istituzioni che appare superficiale ed incomprensibile. Stiamo procedendo per vie legali, e ci mobiliteremo affinché Casa Felicia rimanga alla collettività, come centro culturale e sociale e come luogo d’incontro – sottolineano – di tutti quegli studenti che vengono ad ascoltare a Cinisi la storia di Peppino che ha lottato per riscattare il territorio dalla mafia”.

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