Carceri, il magistrato Petralia lascia il vertice dell’amministrazione penitenziaria

“È il momento di rientrare in famiglia”

La notizia è rimbalzata oggi sui comunicati di alcuni organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria, ma si tratta di una scelta maturata già da qualche tempo. “Sono nonno, quattro mesi fa mi è nata una nipotina, ho 69 anni, è il momento di rientrare in famiglia, sento che ha bisogno di me”, dice il magistrato.

Bernardo Petralia lascia la guida del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. “Sono nonno, quattro mesi fa mi è nata una nipotina, ho 69 anni, è il momento di rientrare in famiglia, sento che ha bisogno di me. Lo faccio con serenità e anche con desiderio”, dice il magistrato, spiegando perché ha presentato al Csm le dimissioni dalla magistratura, quasi un anno prima del suo pensionamento. La notizia è rimbalzata oggi sui comunicati di alcuni organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria, ma si tratta di una scelta maturata già da qualche tempo. “Ne ho parlato più volte con la ministra Cartabia e lei mi ha compreso” dice Petralia, escludendo in modo netto che dietro la scelta ci siano ragioni diverse da quelle personali.

 

Petralia era stato nominato al vertice del Dap nel maggio del 2020 dall’allora guardasigilli, Alfonso Bonafede. Già procuratore generale di Reggio Calabria, Petralia ha alle spalle una lunga carriera di magistrato antimafia, culminata con l’incarico di procuratore aggiunto di Palermo. Due anni fa la sua nomina era arrivata dopo le dimissioni di Francesco Basentini per i gravi errori commessi da direttore del Dap durante la prima parte della pandemia: dalla pessima gestione delle rivolte carcerarie fino alla circolare legata al coronavirus che ha fatto aprire le porte del carcere a molti boss mafiosi.

Fonte ilfattoquotidiano.it

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